mercoledì 7 gennaio 2009

Fiera in tilt, mai tanta folla così calda

Così tanta gente non se l'aspettava neppure lui: «Abbiamo preparato questa manifestazione e questo materiale in pochissimo tempo, non mi aspettavo questa partecipazione». E invece: c'è una pioggia che cade a intermittenza, ma gli oltre quattromila presenti alla Fiera di Cagliari non sono certo lì per ripararsi. Sala Congressi stracolma, lo stesso vale per le scale e il foyer dove sono stati attrezzati due maxi-schermi per permettere a tutti di vedere e ascoltare. Parcheggi pieni e macchine ovunque, con una solerte squadra di vigili urbani del Comune a stilare verbali per le soste in ogni dove: ma nessuno a regolare il traffico nei momenti di massimo afflusso. Se è un caso, si verificherà sabato, quando nello stesso posto sarà presente Silvio Berlusconi per il centrodestra.
Sono dettagli, però. Tutta quella gente trasforma quello che secondo Renato Soru è un «giorno strano per iniziare, e penso a Gaza e alle famiglie dei lavoratori del petrolchimico di Porto Torres» in una «splendida giornata», dice il costituzionalista Gianmario Demuro. Nessuno dimentica niente, di quanto succede attorno: anche perché il presidente uscente non lesina di ricordare la crisi internazionale e le ripercussioni in Sardegna. Ma l'entusiasmo è tanto, inaspettato. Spinge Soru, durante l'incontro con i giornalisti al termine della convention, a lanciare la prima sfida a Ugo Cappellacci: «Un faccia a faccia? Anche domani, o dopodomani: magari in un cinema davanti a cinquecento persone e le telecamere. I sardi devono poter scegliere con responsabilità». Non era nelle intenzioni del presidente, dicono dallo staff di piazza del Carmine. Ma la giornata «strana» e «splendida» di ieri cambia tutto.
Gli alleati sotto il palco: «Pronti a vincere la sfida»
C'è Claudio Giorgi, segretario del Pdci sotto il palco che dice che «siamo pronti per la vittoria»; Luciano Uras, per Rifondazione, parla di «partenza perfetta», c'è anche Luigi Cogodi. C'è il sorriso di Adriano Salis, consigliere dell'Italia dei Valori, e il coordinatore Federico Palomba e ci sono le bandiere dei Verdi. Ci sono i Rossomori, dissidenti del Psd'Az che dicono «i veri sardisti siamo noi, non quelli che vanno con il centrodestra»: bandiere sventolate e orgoglio da vendere. C'è Emidio Casula, unico rappresentante dei socialisti, ex sottosegretario a Roma ed ex segretario regionale del partito: in veste «di socialista che crede nei valori del socialismo e della collocazione nel centrosinistra. Serve una verifica interna, chiederemo immediatamente una riunione».
È entusiasmo che contagia. Soru lancia messaggi dal palco: la coalizione riunita «è la prima motivazione» e «se lo dico», sottolinea con i giornalisti, «significa che credo davvero in questa nuova alleanza. Mancano ancora i socialisti, ma sperano possano cambiare la loro posizione per una unità che non è di maniera ma basata sulla consapevolezza della politica come servizio agli altri, come progetto collettivo e non personale». Applausi convinti, da tutta la platea e davanti ai maxischermi.
Dissidenti Pd presenti. Soru: «Meglio un partito che discute»
Fuori dalla sala, ma attenti davanti agli schermi, ci sono anche loro. Quelli dell'area autonominata riformista, in soldoni i dissidenti. Il consigliere regionale Silvio Lai e il presidente dell'Assemblea Giacomo Spissu. Dentro i deputati Siro Marroccu e Siro Calvisi con Giuseppe Cucca, fuori Antonello Cabras.
Il senatore, ex segretario del partito, sottolinea come gli esponenti dell'area riformista all'interno del Partito democratico siano pronti a «un dialogo propositivo per chiudere la questione. Il commissario Achille Passoni potrebbe convocare nei prossimi giorni la direzione o l'assemblea regionale del partito per discutere dei criteri per la composizione delle liste. Siamo pronti a confrontarci anche col presidente Soru sul limite dei due mandati, come lui vorrebbe, per la scelta dei candidati». Per sul sostegno nessun dubbio: «L'area riformista ci sarà».
Sarà pure l'entusiasmo, ma il Cardinale a vuoto non parla mai. E Soru rilancia, dalla saletta dietro il palco: «Basta parlare di aree e correnti, siamo tutti riformisti. E poi molto meglio un partito che discute piuttosto che uno che accetta supinamente le decisioni di qualcun altro dopo una convocazione a casa».
La via è il rinnovamento: lo chiede il popolo del centrosinistra
Però la strada da seguire è quella del rinnovamento. Non solo per una questione meramente politica. Soprattutto perché lo chiede il popolo degli elettori del centrosinistra. I 4000 alla Fiera ma anche quelli che non hanno potuto partecipare direttamente: si vedano i siti internet dedicati alla politica in Sardegna.
Non è un caso che il primo applauso grosso arrivi quando Soru parla di partecipazione attiva, «non solo al momento del voto o delle manifestazioni in piazza ma nel ricambio generazionale, nel prendere coscienza dei diritti e dei doveri, nel vivere la classe dirigente». Si può fare, «non abbiate paura ma parlate con tutti, con ogni vostro familiare, amico o conoscente. Ditelo che c'è un progetto di Sardegna diverso». Paura, in questa giornata particolare, niente. Determinazione, quella sì: è il momento di tornare in strada.

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