sabato 28 febbraio 2009

Europee: su circoscrizione Sardegna il governo non rispetta gli impegni

Dichiarazione del sen. Francesco Sanna

Il Consiglio dei ministri di oggi non ha approvato nessun disegno di legge istitutivo della circoscrizione Sardegna per le imminenti elezioni europee. La delusione è profonda, perché ogni giorno di ritardo rende più difficile una approvazione della legge in tempi utili. Il governo non ha dunque assolto ad un impegno che aveva preso in aula al Senato, ma che era stato ampiamente confermato (ed amplificato sugli organi di informazione) in un incontro con i parlamentari Pdl e con il neoeletto presidente Cappellacci.
L'istituzione della Circoscrizione Sardegna non è assolutamente una questione di parte. Si tratta invece di un problema che attiene alla qualità della democrazia sul quale vi è stata una notevole convergenza tra le varie forze politiche, come dimostrano le diverse proposte di legge presentate.Per questo assume oggi una luce di particolare gravità la scelta di non consentire il voto sull’emendamento alla legge elettorale europea dei senatori del Partito Democratico, la cui approvazione avrebbe risolto una questione storica.
Spero che quella del governo non sia la solita politica di annunci inefficaci e senza seguito concreto. Tuttavia, in mancanza della iniziativa dell’esecutivo, ora serve decisione e una forte accelerazione delle iniziative parlamentari. Si tratta di mettere in calendario ed avviare immediatamente la discussione dei provvedimenti depositati in Senato, in primis il ddl Zanda/Sanna, congiuntamente a tutti gli altri che trattano la medesima materia (i video e i testi degli interventi in Aula).


venerdì 27 febbraio 2009

Tutto come previsto; Berlusconi non consentirà la chiusura di EUROALLUMINA? ciò dipenderà dai favori che potrà concedere a russi!

In campagna elettorale:
L'UNIONE SARDA - Venerdì 13 febbraio 2009:
Eurallumina, Governo: ''C'è l'accordo''.
A seguito dell'intervento presso le Autorità russe del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi, il Consiglio di Amministrazione della U.C.Rusal si è impegnato a un nuovo esame della situazione della Eurallumina. [...]
In tale prospettiva, prosegue la nota, il governo sta operando con i rappresentanti della società per giungere in tempi brevi a un accordo, che vedrà coinvolte le autorità regionali per le materie di competenza, volto a delineare un programma di ristrutturazione e riqualificazione del sito. Tale accordo, conclude il comunicato, intende riportare l'azienda in condizione di competitività per mantenere attiva l'intera filiera produttiva dell'alluminio, strategica per il nostro Paese.
Dopo la vittoria di BERLUSCACCI:
L'UNIONE SARDA - giovedì 26 febbraio 2009
Economia: Eurallumina, un mese alla fermata
La conferma ufficiale è arrivata ieri: l'Eurallumina fermerà gli impianti di Portovesme dal primo aprile. Non è più tempo di trattative o di speranze: la Rusal non cambia idea, ferma la fabbrica di Portovesme e annuncia la cassa integrazione per un anno a partire dal primo aprile. [...]
Ancora non si sa per quanti lavoratori sarà attivata la procedura di cassa integrazione, ma la paura è che il presidio da mantenere in fabbrica durante la fermata non debba essere superiore ai 70 lavoratori. Ipotesi che, se confermata, significherebbe cassa integrazione sicura per 300 o addirittura 350 dipendenti diretti. [...]
SI CHIUDE - I sindacati ieri mattina hanno ascoltato le comunicazioni dell'azienda e poi hanno subito chiarito: «Non intendiamo firmare la cassa integrazione fuori da un accordo complessivo sugli investimenti e sul riavvio della fabbrica». E, dunque la trattativa si sposta, immediatamente, ai massimi livelli, in sede governativa. Perché nel discorso sul futuro di Eurallumina (una raffineria da un milione di tonnellate annue di allumina e 700 occupati tra diretti e appalti) giocherà un ruolo fondamentale l'accordo di programma con il Governo: quanti soldi e quali condizioni vantaggiose finiranno sul piatto della bilancia per convincere mister Deripaska, il magnate russo con un impero in fortissima crisi, a puntare ancora sulla fabbrica di Portovesme? [...]

mercoledì 25 febbraio 2009

Sardegna anche colonia nucleare e pattumiera delle scorie respinte?

Esportiamo energia, non ci serve: senza industrie col miracolo-Silvio

In fondo alla home page, dal 19 febbraio c'è un articolo di Andrea Pusceddu che si chiede: torneremo a sorridere anche col nucleare in Sardegna? Un quesito fin troppo tempestivo, anzi preventivo. Ma non profetico. Poche settimane fa, a muso duro Renato Soru aveva contestato al ministro Scajola: «Non ha il coraggio di dire, qui in Sardegna, durante la campagna elettorale, che la nostra Isola è già nella loro mappa di centrali nucleari». Il ministro aveva anche detto, a proposito del nucleare: “Se i sardi lo vorranno, noi non ci opporremo”. Mentre Berlusconi, nel classico gioco delle parti tra compari, aveva garantito dalla Gallura: «Mai centrali in Sardegna». A chi credere? Il giornale del Cavaliere inserisce Oristano (l'area è quella di Cirras) tra i siti per una delle centrali previste nell'accordo italo-francese. Informazione non pervenuta a Berlusconi, benché da tempo nelle mappe di Scajola. È possibile. Non pervenuta neanche all'Unione Sarda, neppure nel sito on line: benché sia ormai di dominio pubblico, ripresa da varie testate anche sul web. Una distrazione, di certo. Come le notizie sull'Euroallumina “miracolata” da Berlusconi: l'annuncio della chiusura è in fondo al giornale, a pagina 27. Ignorato sempre per distrazione anche il blackout di Google (il secondo in pochi mesi), a differenza di quello - rilanciato con scandalo da Mario Diana perché ha colpito anche la Regione, che non deve più sopportare - accaduto venerdì a Tiscali: c'è impazienza politico-editoriale perché ancora non si decide a morire, a tirare le cuoia con Soru.
Insomma, tra Scajola, Berlusconi e il giornale di famiglia, a chi dobbiamo credere? Al Cavaliere, naturalmente: perciò prepararsi al peggio. Come per l'Eurallumina, adesso Ottana e poi il petrolchimico di Portotorres, dove l'Eni ha riacceso gli impianti giusto per dare il tempo al premier di completare la campagna di Sardegna, prendersi i voti e scappare: lasciando i minchioni nuragici cornuti e mazziati. I sogni svaniscono all'alba, gli incubi restano anche di giorno. Ma il trionfo sardo gli è valso la sviolinata del non disinteressato Sarkozy, che rilancia la spossata industria nucleare francese in Italia (mentre il megapiano di Obama punta tutto sulle energie pulite e rinnovabili) e arriva a elogiare Berlusconi per il G8 a La Maddalena. Peccato l'avesse chiesto Soru e dato Prodi, col Cavaliere contrarissimo fino a poco tempo fa, infine indotto obtorto collo a non dirottarlo a Napoli per problemi tecnici insuperabili.
Al dunque, verrà il nucleare in Sardegna e avrà il volto di Berlusconi, come Scajola vuole da tempo? Possibile, anzi probabile. Dipende ancora dai sardi? In teoria sì. Ma senza Soru al timone della Regione, la resistenza, sempre ci sia, potrebbe essere di facciata, flessibile, rassegnata al peggio. Come si fa a contrariare e addolorare il premier-sponsor, non acconttare il governo amico asseiem alq uale creare centomila nuovi posti di lavoro e imbarcare otto milioni di turisti in più nei prossimo quinquennio?
Acqua e atomo in bocca, dunque? Speriamo di nio, temiamo di sì. Esattamente come il silenzio connivente di Mauro Pili nel 2003, quando il governo Berlusconi aveva deciso in segreto e fatto ogni preparativo tecnico affidato al generale Carlo Jean, per stoccare tutte le scorie nucleari in siti minerari sardi. Un'epica battaglia popolare, con molti leaders schierati (a cominciare dal povero Mario Melis), fece lievitare una resistenza di popolo che mise in rotta il governo. Rappresentò uno dei momenti più alti, benché ancora difensivi, di una unità maggioritaria della Sardegna rispetto al servilismo di non piccola parte della sua classe politica. La stessa che oggi gli elettori hanno portato al governo della Regione.
Cosa accadrà ora, se la prospettiva della centrale nucleare si porrà concretamente? Avrà ragione Scajola di ripetere, impudente: “Se i sardi lo vorranno, noi non ci opporremo”. Ma quando mai i sardi hanno voluto il nucleare? Il quesito ora è rovesciato. Vorrà e saprà la Regione governata da Cappellacci opporsi al “governo amico”?
È bene che qualcuno, magari in questo Pd acefalo, le amministrazioni locali, le organizzazione sociali e culturali pongano, qui e ora, il quesito: preventivamente, per non dover opporsi quando le decisioni siano già state prese. È pensabile e accettabile il nucleare in Sardegna? Non parliamo neppure dei problemi di sicurezza e di compatibilità con una regione a vocazione turistico-ambientale: analisti inglesi sostengono (è su tutti i grandi giornali) che le nuove centrali sono più pericolose di quelle in funzione per quantità di scorie prodotte, esiziali se rilasciate in caso di incidenti: nell'ultimo anno ce ne sono stati a catena, specie in Francia. La domanda concreta, non ideologica ma prioritaria, è: servirebbe, ne abbiamo bisogno, avrebbe almeno ricadute economiche?
Le risposte sono tutte drasticamente negative. La Sardegna già oggi esporta energia in esubero, ne produrrà a josa - pulita e a costi molto più bassi di quella nucleare - nelle centrali tradizionali esistenti con l'arrivo del metano fra tre anni: grazie all'accordo bilaterale firmato ad Alghero nel 2007 nel vertice tra Prodi, vari ministri e il governo algerino. Ancora, grazie all'incentivazione e sviluppo delle energie alternative (eolico, fotovoltaico etc) la Sardegna sarà la regione più avanzata d'Italia, avrà una produzione più che doppia di quella nazionale rispetto ai parametri di Kyoto e con molti anni d'anticipo. Infine, i consumi industriali, specie degli impianti energivori, crolleranno con le chiusure annunciate e in divenire. In soldoni, una centrale atomica - a parte le considerazioni generali - sarebbe puramente e semplicemente una servitù nucleare, la Sardegna dovrebbe metterci il sito e il rischio per produrre energia interamente da esportare dove serve e manca.
Appunto, il federalismo deve valere anche per l'energia: si produca dove c'è la domanda a la necessità. Qui mancano entrambe, siamo già produttori in esubero e ancor più lo diventeremo, purtroppo. Si dica subito ai sardi, forte a chiaro, se qualcuno vuole trasformare la Sardegna in colonia nucleare italiana dopo essersi liberata della servitù nucleare americana a La Maddalena. Ovvero, dopo essere stata l'isola-galera e terra di confino, abusata dalle servitù militari, i liberatori “da Soru” ci vogliono riconsegnare alla condizione servile in campo nucleare? Perché se così fosse, dobbiamo mettere in conto che saremmo immediatamente e definitivamente prescelti anche come pattumiera nucleare unica. Le scorie esistenti si moltiplicheranno in misura esponenziale, nessuno vuole neanche quelle esistenti: resta sempre il progetto del precedente governo Berlusconi per interrarle nelle ex miniere dell'isola. Un en plein clamoroso, allucinante e incombente. Alziamo subito la testa e la voce o sarà tutto o perduto. Oppure si dica, anche col silenzio di una parte politica come nel 2003, che il risultato elettorale del 15 febbraio è compatibile e funzionale con un destino di colonia e pattumiera nucleare. Ovvero la pietra tombale sul futuro e la dignità degli intrepidi sardi col tovagliolo al braccio da camerieri anche per il servizio a tavola e il disbrigo delle domestiche faccende radioattive.

martedì 24 febbraio 2009

Il voto a Ussana: in 1115 per Soru; PD e Italia dei Valori insieme superano il PDL

Risultati per comune - Regione Autonoma della Sardegna:

SORU RENATO - Coalizione: Soru Presidente__47,00%; voti: 1115

Rifondazione Comunista_4,29%; voti: 87
Comunisti Italiani_1,58%; voti: 32
La Sinistra_1,67%; voti: 34
Italia dei Valori_15,75%; voti: 319
Partito Democratico_19,16%; voti: 388
Rosso Mori_1,77%; voti: 36
Totale liste_44,24%; voti: 896

SALE GAVINO - Coalizione: IRS Indipendentzia__1,94%; voti: 46

IRS Indipendentzia__1,03%; voti: 21
Totale liste__1,03%; voti: 21

BALIA GIUSEPPINO NOTO PEPPINO - Coalizione: Partito Socialista__1,01%; voti: 24

Partito Socialista__1,58%; voti: 32
Totale liste__1,58%; voti: 32

CAPPELLACCI UGO - Coalizione: Il Popolo della Liberta'__49,49%; voti: 1174

Sardegna Unita UDS__0,98%; voti: 20
Psd'Az 4 Mori__3,01%; voti: 61
Popolo della Liberta'__31,16%; voti: 631
UDC__8,09%; voti: 164
Riformatori Sardi__6,61%; voti: 134
Insieme per le Autonomie__2,81%; voti: 57
Totale liste__52,69%; voti: 1.067

SOLLAI GIANFRANCO - Coalizione: Unidade Indipendentista__0,54%; voti: 13

Unidade Indipendentista__0,44%; voti: 9
Totale liste__0,44%; voti: 9

venerdì 20 febbraio 2009

La minoranza come PD. Prove generali di una società italiana in minoranza.

Ci sono tanti e mille motivi per diventare partiti di minoranza e di opposizione; possono starci le colpe dei segretari di partito, possono essere influenti le divisioni fra tutti i partiti della sinistra; tutti i più grandi giornalisti italiani hanno ragione quando nei loro editoriali analizzano le ultime sconfitte del PD e della sinistra italiana.
Possiamo stare ore, giorni, settimane e anni a parlare di Berlusconi e dei suoi modi anomali nel governare e nel dirigere il suo partito; siamo tutti d'accordo sul fatto che lui comanda da solo e se ha un qualche consigliere (nel partito?!) quest'ultimo è molto bravo, non solo a dispensar consigli ma anche a restare invisibile.
Le tecniche di Berlusconi per evitare il contraddittorio le conosciamo tutte (come la storia con Schulz al parlamento europeo), sappiamo anche che comanda tante TV e svariati giornali con cui riesce ad essere presente nelle case degli italiani. A questa disparità di esposizione mediatica si deve aggiungere il suo Pensiero. La sua arma vincente è l'accoppiata TV-Pensiero.
La sola e massiccia presenza sugli schermi televisivi non bastano se non si hanno dei progetti sociali ben precisi come i suoi.
Infatti Berlusconi rappresenta quella parte dell'elettorato che sfugge ora ai partiti di sinistra; basti pensare ad esempio che rifondazione comunista è un partito extra-parlamentare.
E il PD?
Il PD è formato da tanti intellettuali, gente colta, impiegati, studenti, precari diplomati, precari laureati, universitari, pensionati, ricercatori universitari, maestre, professori ecc. ecc. che in questi ultimi tempi sono scesi in piazza per protestare sulle riforme per la scuola e l'Università; in tutto questo contesto mancano tante altre radici nella società italiana. Qui si è formata l'insofferenza dei tanti disoccupati e precari italiani, di quelli che però non hanno una cultura elevata, ma dei semplici operai, metalmeccanici o edili che siano, dei semplici braccianti agricoli e delle semplici collaboratrici domestiche.
Tutte queste persone non hanno la possibilità (o semplicemente non hanno voglia dopo una intensa giornata lavorativa) di andare a farsi le ricerche su internet, di leggersi 10 diversi quotidiani italiani, non hanno l'input della ricerca su internet di quelle notizie che la TV non ci dà; questi nostri connazionali non hanno un account su Facebook; eppure essi sono sicuramente dei nostri bravi vicini di casa, dei compagni di viaggio sui pullman, delle persone che fanno la fila in banca o alle poste...
...e il PD pensava di convincerle al voto solo con delle e-mail o dei gruppi creati su Facebook.
Provando a dare un'occhiata ai vari iscritti su Facebook si nota che tutte queste categorie di persone non ci sono, non sono rappresentate.
Gran parte di queste persone si informa solo con la TV, è risaputo; non essere andati a cercarle a casa loro, non avere suonato i loro campanelli, non averle scollate dalla loro poltrona, almeno per dire "ehi, guarda che il PD è dalla tua parte", ha prodotto l'ennesimo KO del PD e della sinistra in generale.
La sinistra lascia il passo non solo perché Berlusconi ha un elevato potere mediatico; bisogna aggiungerci la scarsa penetrazione sociale di questo partito democratico e di questa nostra sinistra logora. La comodità di mandare una e-mail per fare campagna elettorale è straordinaria; ma è una goccia inconsistente nel mare agitato della società italiana.
Il Berlusconi che parla dunque in TV è un Berlusconi spiritoso, lontano dall'odio, che parla un linguaggio semplice; non importa se dice bugie perché non è necessario un alto livello di istruzione scolastica per comprenderlo; le persone capiscono le sue parole, le sue frasi dirette che provengono dal gergo comune.
L'Italia non è fatta al 100% di laureati ed intellettuali e nemmeno tutti i 50 milioni di italiani lo potranno mai essere; Berlusconi lo sa bene, il PD non ancora e merita la minoranza.
GIOVANI DEMOCRATICI USSANESI

giovedì 19 febbraio 2009

Ripartiamo insieme per sostenere l'idea di una Sardegna autorevole e autonoma, una regione moderna in Europa

Cari amici,
grazie a tutti quelli che hanno creduto in questa sfida, che si sono impegnati per sostenere l'idea di Sardegna che portiamo nel cuore: una Sardegna autorevole e autonoma, una regione d'Europa più moderna e di maggiore giustizia sociale. Occorre ripartire subito per non disperdere l'entusiasmo e l'energia di quanti, compresi tanti giovani, hanno sentito la necessità dell'impegno politico e il dovere di dare il proprio contributo alla realizzazione di una società più giusta, dove sia più bello vivere. Grazie a tutti voi per gli oltre 13.000 messaggi ed e-mail che ci esortano a ripartire, a difendere il cambiamento intrapreso, a proseguire nel nostro progetto. Il mio impegno politico prosegue: resterò in Consiglio regionale per un'opposizione attenta e lavorerò con determinazione a difendere il prezioso lavoro di questi cinque anni e i valori in esso contenuti. Lavorerò inoltre insieme a tutti voi alla nascita di un vero Partito Democratico sardo, realmente aperto alla partecipazione e radicato in tutti i paesi. Un partito cha sappia rappresentare in maniera moderna e originale le aspirazioni del nostro popolo, portandole dentro il mondo contemporaneo. Che abbia una visione di lungo periodo, che si ponga dentro la vicenda storica della Sardegna e si proponga di portare a soluzione, nell'Europa di oggi, le ambizioni di riscatto e di crescita culturale e sociale di un intero popolo. Ricominceremo a incontrarci paese per paese, apriremo luoghi di incontro e di discussione affinché nessuno si senta solo, inascoltato e inutile, e perchè le idee condivise appartengano al sentire comune di chi vuole fare politica attiva, i cui temi devono essere approfonditi. Perché la partecipazione si allarghi ai più ampi strati della società e il cambiamento già iniziato in questi anni non si fermi, ma sia difeso e sempre più diffuso.
Renato Soru

mercoledì 18 febbraio 2009

Sardegna, arriva il cemento. Cappellacci: via la salvacoste

Sarà fatto in fretta: «Cento giorni per parlare con le amministrazioni interessate e inventariare le criticità. E nei due mesi successivi cancelleremo il quadro urbanistico, compresa la legge salva-coste». Eccolo, il cemento. Avanti con «i centri benessere, e non si capisce perché in Sardegna ce ne siano così pochi», si lamentò Berlusconi nell'ultimo comizio prima del voto. Fra poco spunteranno come funghi quando fa umido, perché Ugo Cappellacci, nella prima conferenza stampa da presidente della Regione è fin troppo chiaro e questo è stato da sempre il messaggio elettorale del centrodestra: basta vincoli, via quella legge che impedisce edificazioni per una distanza di due chilometri dal mare. Che tutela, in sostanza, il paesaggio da abusivismo e scempi.
Si cambia. Cappellacci avrà 54 consiglieri su 80 e si permette uno smarcamento: «Al G8 alla Maddalena preferirei avere i giganti di Monte Prama», sculture sarde scolpite su pietra arenaria delle cave oristanesi: guerrieri da opporre ai bronzi di Riace che il premier vorrebbe traslocare sull'arcipelago per «impressionare» i capi di Stato. La conferenza stampa scorre intervallata dagli applausi dei supporter mentre Cappellacci evita l'analisi del voto disgiunto, quegli elettori che hanno scelto il Pdl preferendo però indicare Soru come presidente (e sono circa il 5%, né pochi né decisivi). È cortese con lo sconfitto e va via liscio anche su argomenti imbarazzanti, dalle cave della Marmilla –prossime al disastro ambientale e da lui amministrate– fino all'uso delle tivù: «Ho rifiutato il confronto con Soru per non alimentare lo scontro».
Comodo, comodissimo: sulle reti nazionali Rai e Mediaset i passaggi sulla campagna elettorale sarda sono stati questi: un'ora e mezza per Berlusconi e i suoi, e appena due minuti scarsi a Soru e Pd. Il garante ha sanzionato l'abuso, ma ormai è acqua passata. Era giusto cominciare da qui nell'analisi di un voto che dopo due giorni è ancora parziale e lo resterà per molto: le controverse schede dell'8% delle sezioni saranno conteggiate direttamente dai tribunali.
La smodatezza dei media non spiega tutto, ma c'è. Così come esiste un partito nuovo in Sardegna, quello delle schede nulle, la terza forza: sono 18.000 (23 mila aggiungendo quelle bianche). E gonfiano il conto del malessere, pagato qua e là da tutti: del voto disgiunto contro il 49enne commercialista si è detto, ma fra le schede non valide e gli astenuti ci sono i delusi del centrosinistra. Questa perdita di consenso di Soru – dovuta all'azione di giunta e alla turbolenta fine di quell'esperienza – e del Pd (a causa dei dissidi nazionali e in questo caso anche locali) ha consumato la rimonta dell'ex governatore, che pure aveva trovato elettori trasversali.
Il quadro parzialmente mutilato dei risultati offre comunque conclusioni: quella del centrodestra è una vittoria di alleanze ardite, ma fortemente redditizie. Il voto sardo si è polarizzato. Solitamente, fuori dai confini dei due contendenti più forti si contavano molti altri voti, fra centristi e indipendentisti. Questa volta restano briciole e le divora il frontista Gavino Sale: è stata quindi una partita fra due coalizioni. Solo che una era costruita in lungo e largo, con un fondamentale apporto dell'Udc, dei Riformatori, del Psd'Az, mentre l'altra si appoggiava in pratica sul solo Pd e sull'ascendente di Soru. Aver tessuto quelle alleanze e quel margine ha consentito a Berlusconi di oscurare Cappellacci e mettere in piedi il solito referendum: con me (e i soldi del governo) o contro di me. Il centrosinistra poteva opporre una coalizione più omogenea, ma ha pagato l'insussistenza della sinistra e la pesante recessione del Pd. L'Idv ha confermato numeri discreti ma inferiori ai partiti di centro. Così dietro Soru c'era appena un 39% di consenso organizzato: buono per una batosta a Cagliari e per una vittoria piccola a Sassari. E per perdere a sorpresa nelle zone depresse come il Sulcis. Anche a Porto Torres, dove è acuto la crisi della chimica, il Pdl è primo partito.

martedì 17 febbraio 2009

Soru: "Faccio gli auguri a questa bellissima e amatissima regione per i prossimi cinque anni"

(AGI) - Cagliari, 17 feb. - "Non m'interessa tanto il risultato delle liste, mi aspettavo un risultato migliore dalla coalizione e sono deluso dal risultato finale delle elezioni". L'ha dichiarato il presidente uscente Renato Soru, candidato per il centrosinistra, in una conferenza stampa nella sede del suo comitato elettorale in piazza del Carmine a Cagliari, dopo che e' stato scrutinato oltre il 50% delle 1.812 sezioni. "C'e' un distacco di circa cinque punti abbastanza stabilizzato", ha aggiunto Soru, che ha riferito di aver chiamato il candidato del centrodestra Ugo Cappellacci per fargli gli auguri di buon lavoro e "per fare il meglio per la Sardegna". "Faccio gli auguri anche a questa bellissima e amatissima regione per i prossimi cinque anni, per il programma di governo della coalizione cui ha dato fiducia", ha proseguito Soru.
A chi gli chiedeva se avesse sentito il leader del Pd Walter Veltroni, Soru ha lasciato intendere che non ci sono stati contatti. "Non ho fatto alcuna analisi del voto, ci sara' tempo domani. Evidentemente i dati non sono definitivi e occorre ragionare. I sardi hanno deciso diversamente. Ho cercato di portare avanti un modello di sviluppo differente, ma non e' stato capito". "E' ovvio che la differenza di mezzi di comunicazione puo' aver influito", ha concluso Soru. "Sono elezioni che si sono svolte democraticamente e questo e' il risultato, anche se in futuro, sarebbe meglio avere elezioni condotte diversamente con anche qualche punta di eccessiva ostilita' in meno".
Ricordando queste ultime settimane, Renato Soru ha aggiunto: "Abbiamo fatto una campagna elettorale bellissima, incontrato in giro per tutta la Sardegna persone che sono con noi, che ci hanno dimostrato affetto e una grande partecipazione. Non dimentichiamo che un 45% dei sardi condivide ciò che abbiamo fatto".

sabato 14 febbraio 2009

IL DUELLO CHE PUO' CONDIZIONARE LE EUROPEE

CAGLIARI- Silvio Berlusconi è un po’ in ritardo [...] la gente ascolta e sonnecchia, ma tutto cambia appena arriva il Cavaliere. Preceduto dalla cantilena «Menomale che Silvio c’è», Berlusconi irrompe nel catino, dà la mano a tutti quelli che gli capitano a tiro, si avvia verso la "curva" col piglio del centravanti che ha fatto gol e i tifosi vanno in visibilio.
Poi sale sul palco e si porta dietro Ugo Cappellacci [...] Incurante degli sfottò di Soru che aveva rimproverato Berlusconi di trattare Cappellacci come una sorta di attendente, il premier la butta sullo spiritoso: «Ugo, oramai sei diventato bravissimo, ma non darti troppe arie, perché qui ti abbiamo portato noi!» La gente ride e allora Berlusconi insiste nello scherzo: «Mi sembrava che tu fossi diventato bravo, ma quante volte ti devo dire che quando io sono qui, tu devi stare giù?».
Mezzora più tardi, a trecento metri di distanza, c’è tutta altra atmosfera alla Fiera dove parla il Governatore uscente. Preceduto da musiche etniche e canti in sardo, Soru entra nella sala serissimo in volto, protende meccanicamente la mano a chi gli capita, si prende il microfono e senza tanti preamboli inizia a parlare, il corpo rigido, le mani infilate nelle tasche posteriori dei pantaloni. La "sua" gente lo adora per questo suo modo scabro di fare e per la secchezza del suo eloquio, quel suo parlare di cose concretissime, seconde case, pecore, computer, «l’orgoglio dei genitori per i loro figli che studiano all’estero» grazie alla Regione. Un carisma freddo e solitario ma tra i quattromila fan c’è gente che piange quando Soru parla.
Si è conclusa con questo duello a distanza una campagna elettorale davvero originale. Prima d’ora non si era mai visto un capo di governo partecipare con tanta passione e tanto dispendio di tempo alla campagna per il rinnovo di un consiglio regionale; e d’altra parte non si era mai visto un Governatore [...] ingaggiare il match con Berlusconi, senza risparmiare colpi, compresa una querela per diffamazione. [...] «Una sfida per interposta persona, ma se vincerò io, vuol dire che Berlusconi è di nuovo battibile».
Il premier, anziché scansare un potenziale pericolo, con la tempra del combattente si è lanciato nella mischia anche con colpetti sotto la cintura: «Soru? E’ un fallito in tutto». [...] Ma ad un certo punto nelle "sensazioni" di Berlusconi, uomo che ha fiuto per gli umori della gente, deve essere scattato qualcosa, se è vero che il comizio di ieri è stato l’unico da lui tenuto nelle ultime tre settimane. Quasi che il messaggio subliminale di Soru -io sono il più sardo dei sardi, tu sei un colonizzatore- abbia fatto breccia, almeno un po’. [...]
Sta di fatto che Berlusconi e Cappellacci (un sobrio che non si lascia prendere la mano più di tanto dalla propaganda) hanno cambiato registro. [...] Soru, dopo aver ospitato Walter Veltroni a Sanluri, il suo paese, ha voluto chiudere da solo. Col suo refrain, l’orgoglio dei sardi di farcela da soli, «a schiena dritta».

giovedì 12 febbraio 2009

Duello tv a Sardegna1. Cappellacci:"Ho sbagliato orario"

Renato Soru presente, Ugo Cappellacci non pervenuto. Così restano mezzora a far la muffa nello studio televisivo, i leader di Confindustria, sindacati, associazioni di artigiani e agricoltori, persino i rappresentanti dei piccoli proprietari di case. Nulla: Sardegna Uno attende invano perché all'ora fissata per il confronto, o per il dibattito disgiunto, l'uomo scelto da Silvio Berlusconi per governare la Sardegna alle ventuno ancora non si vede. E così l'emittente, che da giorni aveva pubblicizzato l'evento, prende tempo con filmati musicali, spot, anteprime di film. L'imbarazzo è grande e solo alle 21,30 dopo oltre trenta minuti di melina parte la sigla del programma Arasolé. Sullo schermo, la giornalista Carmina Conte. Dietro di lei, una poltroncina rossa vuota, che da sola racconta già qualcosa. Accanto, una tribuna piena di ospiti. La Conte saluta quindi spiega: «Noi abbiamo invitato Renato Soru e Ugo Cappellacci per confrontarsi con tutto il mondo economico e sociale. Ebbene - prosegue la giornalista - per ragioni complesse, Soru si è presentato nei nostri studi all'ora convenuta, è ancora qui, ha atteso l'arrivo dell'altro candidato Ugo Cappellacci che non è ancora giunto». La Conte aggiunge quindi che «per ragioni di par condicio la produzione ha deciso di non far partecipare da solo Renato Soru, che comunque è ancora qui» e si beve due alla pesca. E SONO GIA' QUASI LE 22. Un'ora di ritardo per una diretta è uno shock. Ma perché Cappellacci non si vede? Qualche cronista prova a chiamarlo, più volte, ma il cellulare è sempre spento. E dire che nel frattempo Cappellacci andava in onda comunque. Però su Videolina, dove veniva trasmesso un dibattito registrato nel pomeriggio tra i cinque candidati alla presidenza: Soru, Cappellacci, Peppino Balia (Socialisti), Gavino Sale (Irs) e Gianfranco Sollai (Unidade Indipendentista). I momenti di scontro non mancano, né in video né - raccontano alcune fonti - in studio durante le pause pubblicitarie, soprattutto tra i due big. Soru etnico, in giacca verde di velluto, col gilet blu sopra la camicia senza cravatta. Cappellacci in stile Forza Italia: completo grigio, cravatta blu. E questo confronto su Videolina crea imbarazzi ulteriori a Sardegna Uno, dove - rispondendo agli sms giunti in redazione - Carmina Conte spiega alle 22,20: «Noi siamo in diretta, lo ribadisco. Se su qualche altra emittente sta andando in onda un dibattito con i candidati, è una registrazione: noi siamo in diretta». Sull'altra frequenza, intanto, Soru attacca Cappellacci: «Lei ha fatto 120 comizi? Mah, io ho solo sentito parlare di comizi di Berlusconi». Il forzista ribatte: «Capisco, lei pensa alla sua campagna e non se ne accorge, ma noi pensiamo ai diritti dei sardi». A intervalli, i cinque sono in studio insieme, parlano anche gli altri. Gavino Sale paragona Soru e Cappellacci ai manzoniani «polli di Renzo, si beccano tra loro invece di pensare ai problemi della Sardegna ». Anche Sollai accusa, e rimprovera la stampa di non aver messo in evidenza che il confronto è «tra i partiti italiani e noi indipendentisti dall'altra ». Balia spiega che i Socialisti corrono soli perché Soru «non sempre ha fatto una politica di sinistra». Su Sardegna 1, si discute senza i due big. E alle 22,30 si chiude. «Ci è giunta -annuncia la Conte - una comunicazione di Cappellacci: ha detto che sapeva che la trasmissione era alle 22 e alle 21, quando ha acceso la tv, non ha visto Soru e ha deciso di non venire». E a Videolina, in onda in contemporanea, la cosa non ha certo fatto del male.

mercoledì 11 febbraio 2009

La Sardegna che cambia: come si vota

Ecco come si vota per le elezioni regionali Sardegna 2009:

La scheda elettorale

UNICA e comprende sia i candidati alla presidenza sia le liste provinciali. Ogni lista deve collegarsi ad un candidato presidente. Sono anche possibili collegamenti tra più liste ed un unico candidato presidente (coalizione).

Come si vota?

L’elettore può può esprimere due voti, uno per un candidato presidente ed uno per una lista provinciale (anche non collegati, Voto disgiunto), oppure solo un voto per un candidato presidente. Se l’elettore esprime solo un voto per una lista provinciale, un ulteriore voto viene attribuito automaticamente al candidato presidente ad essa collegato.

Chi vince?

Si voterà con il sistema del Turno Secco, cioè il candidato presidente che ottiene il maggior numero di voti viene eletto Presidente della Regione, quindi niente ballottaggio.

lunedì 9 febbraio 2009

Barbara Puddu testimonial per Renato Soru

Dopo Cristina Batzella, un'altra nostra compaesana ha fatto ieri, nell'incontro tenuto a Monastir, da testimonial per Renato Soru. Barbara Puddu, è consigliere comunale del gruppo "Ussana democratica" e fa parte dell'assemblea regionale del Partito Democratico. Il presidente Soru, nel corso del suo intervento, ha speso delle parole importanti riguardo Ussana e la sua vocazione agricola: nel programma di sviluppo rurale sono pronti tanti milioni di euro per far ripartire tutto il comparto agricolo, e anzi migliorarlo. Per concludere, non possiamo che essere fieri di Barbara, visto che è un pilastro del nostro circolo ed è sempre in prima linea nella vita politica ussanese. Quindi, grazie Barbara!
Questo il suo discorso: "Buona sera a tutti, buona sera Presidente,
sono Barbara Puddu consigliere comunale del comune di ussana, sto con Soru e orgogliosamente col Partito Democratico. Mi permetta di rivolgerle il saluto dei cittadini ussanesi che stasera mi sento di rappresentare
.
Forse un pò in ritardo le abbiamo rivolto l'invito per una visita nel nostro comune, ma non mancheranno le occasioni, l'invito è aperto. In questi giorni, lei ha visitato tantissimi comuni, una campagna elettorale straordinaria; ha visitato anche le più piccole comunità di cui ha dimostrato conoscere storia, costumi, problemi: lei che parla poco politichese ma arriva dritto al cuore e all’orgoglio dei sardi. Questa volta lei si presenta all’elettorato per ciò che ha fatto, e questo desta paura nella destra, lo testimonia la presenza costante del capo del governo in Sardegna. E' agli atti che l’esecutivo da lei guidato ha iniziato un’azione di riforme e di cambiamento che meritano la nostra delega, e come dice uno degli slogan, è necessario non fermare il cambiamento. C’è ancora da fare, 5 anni non sono stati sufficienti, la giunta di centrosinistra ha avuto il compito di risanare un bilancio in deficit, un debito fuori controllo. Complimenti, si è lavorato nella giusta direzione, impossibile citare tutte le riforme fatte, lei in questi anni ha assunto appieno il dettato gramsciano spingendo i giovani ad istruirsi perchè è della loro intelligenza che abbiamo bisogno, ed è agli atti che in ogni finanziaria sono stati sempre presenti i fondi che i meritevoli hanno potuto ottenere per conseguire un corso di laurea, una specializzazione, riscattarsi. Questa giunta si è occupata di tutela del patrimonio consapevoli che ciò che abbiamo deve essere preservato ed è un lascito per le generazioni che verranno. E ancora, straordinaria, è stata l’azione riformatrice che l’Assessore Dirindin ha portato avanti, fermamente convinti che, pubblico è meglio, la sua amministrazione ha messo in cantiere 5 nuovi ospedali, e si è occupata più che mai dei bisogni alle persone, chi mai, cito un esempio, si è occupato di salute mentale? Ed è di pochi giorni l’inaugurazione della Comunità La Collina, un centro destinato a giovani con problemi mentali sottoposti a provvedimenti giudiziari.
Continuiamo questo percorso Presidente, onestamente non ho richieste particolari perchè il programma e l’azione portata avanti sono pienamente condivisi: i dati istat, come l’Assessore Congera ricorda hanno dimostrato un incremento occupazionale di 27000 unità, bene! Ma non è abbastanza, l’unico impegno che le chiedo è di continuare affinchè questo dato cresca. Vede, Ussana fa parte del Plus 21, ed è per me allarmante che abbia un numero di inoccupati pari al 25%. Non le rubo altro tempo, e chiudo augurandomi che il lavoro svolto lasci le chiavi della Regione a lei,
Meglio Soru, Meglio la Sardegna!!"

Siamo col Presidente della Repubblica

Per la prima volta nella vita di questa Repubblica libera, democratica e garantita dalla Costituzione il potere esecutivo, per iniziativa del presidente del Consiglio, ha deciso di abolire una sentenza legittima, definitiva, non modificabile della giurisdizione italiana al suo più alto livello. Il Capo dello Stato ha fatto sapere al governo che l’atto sarebbe stato incostituzionale, e ciò per ragioni obiettive, palesi, verificabili nella nostra Costituzione e tipiche di ogni ordinamento democratico. Il governo ha deciso di ignorare l’obiezione. Il presidente della Repubblica, in nome della Costituzione di cui è garante, non ha firmato il decreto del governo. Ciò determina una situazione senza precedenti nella vita giuridica e politica italiana. Il governo Berlusconi ha deciso di aggravarla annunciando che, in luogo del decreto, presenterà una legge, chiedendo al Parlamento di votarla subito. La legge, anche se approvata, avrà la stessa natura anti-costituzionale del decreto. Tutto ciò su una materia immensamente delicata come la condizione di Eluana Englaro, con una violenta invasione di campo nel dolore di una famiglia e nei diritti civili delle persone coinvolte. Sentiamo perciò il dovere di essere accanto al presidente della Repubblica, custode e garante della Costituzione. Chiediamo agli italiani di unirsi intorno al Capo dello Stato e alla Costituzione in questo grave momento nella vita della Repubblica.

giovedì 5 febbraio 2009

"Alla sua età si dovrebbe essere più saggi invece Berlusconi si comporta come Caligola"

Berlusconi contro Soru, Soru contro Berlusconi. E' un duello, certo, ma non è ad armi pari. Se il premier pesca a piene mani nell'audience delle sue tv per accusare l'avversario di essere "un fallito", il governatore della Sardegna gli risponde davanti a uno sparuto drappello di giornalisti. Ma anche lui ci va giù duro: "Mi fa una pena infinita, quest'uomo alle soglie della vecchiaia. Ormai mi ricorda Caligola, l'imperatore che nominò senatore il suo cavallo".
Ha sentito, presidente? Berlusconi dice che lui, al suo posto, non si sarebbe mai ripresentato... "Ma cosa si può rispondere a un presidente del Consiglio che si è ricandidato alle elezioni dopo essere stato amnistiato, dopo aver cancellato con una legge il reato di cui era accusato, dopo essere uscito da un processo solo grazie alla prescrizione?". Però lui l'ha bollata in tv come "un fallito": Soru, ha detto, come imprenditore ha accumulato 3,3 miliardi di perdite, ha licenziato 250 persone e ha fatto crollare il valore delle azioni della sua azienda, Tiscali. A queste accuse vorrà rispondere, o no? "Non sono accuse, sono falsità allo stato puro. Non so da dove li abbia presi, quei dati. Premesso che io non gestisco la società da cinque anni, da quando sono stato eletto, dico solo che Tiscali non li ha mai visti, 3,3 miliardi: come potrebbe averli perduti?". Ma i 250 licenziamenti? "Questa storia se l'è inventata Il Giornale: abbiamo chiesto inutilmente una rettifica, domani ci rivolgeremo al Tribunale per ottenerla. Ci sono stati 70 esodi volontari incentivati, punto. Non un solo licenziamento. E senza neanche un'ora di cassa integrazione. Ma la cosa che più mi indigna è un'altra".
E cioè? "Che per denigrare me, proprietario oggi solo del 20 per cento di Tiscali, Berlusconi sta danneggiando una società che produce ricchezza e lavoro, sta danneggiando l'80 per cento dei suoi azionisti che non c'entrano nulla e soprattutto sta danneggiando i suoi lavoratori. In un momento di crisi che riguarda tutti, compresa Mediaset che in due anni ha perso più del 60 per cento del valore, il presidente del Consiglio crea panico e fa delle affermazioni su una società quotata in borsa che sono al limite dell'aggiotaggio. Ma tanto lui è un impunito". Nel senso che ha l'impunità? "Guardi, l'altro giorno sono andato in Procura a denunciarlo, e ho potuto toccare con mano in che repubblica stiamo vivendo. Il presidente del Consiglio può dire di ciascuno di noi le cose più terribili, ma noi siamo assolutamente nudi e indifesi perché lui è protetto dal lodo Alfano". Ma perché ce l'ha tanto con lei? C'è stato uno scontro, un diverbio, una lite? "No, le nostre vite non si sono mai incrociate. Io l'ho incontrato a Palazzo Chigi, per ragioni istituzionali, nei pochi minuti che mi ha dedicato. Non c'è nulla di personale, credo. Solo bulimia di potere: vuole conquistare la Sardegna. Ora sa che sta per perdere e dunque è disposto a fare qualunque cosa per evitarlo". Che effetto le fa, accendere la tv e vedere il presidente del Consiglio che parla male di lei? "Guardi, all'inizio mi sono un po' arrabbiato. Adesso ho un senso di pena per quest'uomo di 73 anni, ormai alle soglie della vecchiaia. Ci si aspetta che una persona a quell'età migliori, che diventi più matura e più saggia. E magari si spera nella "grazia di Stato", che la renda più adeguata al ruolo che ricopre. Purtroppo con Berlusconi tutto questo non è successo. Nemmeno in vecchiaia, nemmeno come presidente del Consiglio, quest'uomo riesce a essere serio. Lui vuole prevaricare su tutto e su tutti. Perciò mi ricorda Caligola". Vuol dire che Cappellacci, il suo sfidante, è il cavallo che Berlusconi vuol fare senatore? "Non voglio dire questo. Però è evidente che la campagna elettorale la sta facendo Berlusconi. Persino sulla scheda elettorale ci sarà il simbolo "Berlusconi presidente". Il suo messaggio è chiaro: l'unico che conta sono io, gli altri non contano nulla. E' una volontà di imperio che va al di là del bene e del male. Per fortuna la storia ha risolto questioni ben più difficili di questa. Alla fine il tempo di Caligola finisce. Dopo Caligola viene Traiano, e poi Adriano. I tempi migliori di Roma sono venuti dopo i tempi peggiori. La stessa cosa capiterà all'Italia, ne sono certo. E Berlusconi, certo, passerà alla storia: ma come Caligola". La partita della Sardegna si chiude tra dieci giorni. Il 15 febbraio sapremo chi l'avrà vinta. Se vince Cappellacci, vince anche Berlusconi. Ma se lei riesce a farsi rieleggere, c'è chi dice che Veltroni dovrà cominciare a preoccuparsi, perché lei diventerebbe un vincitore un po' troppo ingombrante. E' così? "Se Soru vince, Veltroni sarà felice. Perché sarà una vittoria mia, del centrosinistra e del Partito democratico. E infatti Veltroni sta lavorando, insieme a tutti gli altri, perché vinca io".

Prima infanzia: un contributo ai genitori che lavorano

La Giunta regionale ha deciso di destinare 9 milioni di euro per assicurare alle famiglie, nelle quali almeno un genitore è occupato, contributi per l’uso di servizi socio-educativi per la prima infanzia (nidi d’infanzia, micronidi e nidi aziendali, sezioni primavera). L’importo massimo mensile dei contributi è di € 250 per un massimo di 11 mesi all’anno per ciascun figlio.
Il contributo è erogato prioritariamente nella misura di 250 € mensili, indipendentemente dalla soglia Isee, alle famiglie nelle quali almeno un genitore è occupato e il bambino interessato ha una disabilità grave, appartiene a una famiglia monoparentale o a una famiglia in cui uno dei genitori o uno dei fratelli del bambino presenta una disabilità grave.
Gli interventi per la conciliazione, denominati voucher o titoli di accesso a servizi di cura per l’infanzia, sono stati introdotti dalla programmazione FSE 2000-2006 e sperimentati in alcune regioni italiane quali il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna, la Valle d’Aosta, la Toscana e la Provincia di Trento. Il presente programma d’interventi si pone in continuità e prosecuzione con gli interventi della Regione Sardegna già avviati a sostegno della famiglia e della genitorialità, fra i quali in particolare si ricordano: l’avvio nel novembre 2006, del programma per la realizzazione di asili nido aziendali nei Comuni e nelle Aziende Sanitarie Locali con un investimento di € 8.757.308,98; l’istituzione di 85 "Sezioni primavera" con un impegno di € 1.970.000, attraverso la partecipazione della Regione al programma per l’ampliamento qualificato dell’offerta dei servizi socio-educativi per i bambini dai ventiquattro ai trentasei mesi, avviata dal Dipartimento per le Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, per l’anno scolastico '07-'08; l’avvio del piano triennale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia con un investimento di € 7.865.756 per la realizzazione di strutture e di € 1.362.185 per l’avvio di servizi innovativi e sperimentali.
Il programma è attuato in via sperimentale a partire dal primo marzo 2009 a seguito della pubblicazione di un Avviso. Un secondo Avviso, riferito all'anno educativo 2009-2010, sarà pubblicato a conclusione della prima fase sperimentale.
Possono usufruire del contributo le famiglie residenti in Sardegna, in cui almeno uno dei genitori sia occupato al momento della fruizione del servizio, con figli di età compresa fra i 3 e i 36 mesi che usufruiscano di servizi socio-educativi per la prima infanzia di cui agli articoli 21 (nidi d’infanzia), 22 (micronidi e nidi aziendali), 23 (sezioni primavera), scelti liberamente dalla famiglia anche in comuni differenti da quello di residenza.
Per lavoratori occupati si intendono i titolari di contratti di lavoro subordinato (a tempo determinato, indeterminato, pieno, parziale), i lavoratori non subordinati titolari di regolare contratto di lavoro, i lavoratori autonomi a condizione che esercitino un'attività autorizzata e in regola con le norme fiscali e previdenziali. Il genitore che intende beneficiare del contributo deve presentare domanda direttamente all’amministrazione comunale di residenza (oppure, ove i Comuni lo prevedano con accordo formale, all’ente gestore dell’ambito Plus); il Comune effettua la verifica del possesso dei requisiti e attribuisce il punteggio secondo i criteri previsti dal presente provvedimento. L'assegnazione dei contributi è effettuata dalla Regione a seguito della trasmissione delle domande da parte dei Comuni di residenza.
La Direzione generale delle Politiche sociali fornirà ai Comuni un software operativo per la trasmissione delle domande con le modalità già sperimentate per la trasmissione dei piani personalizzati di cui alla legge 162/98. In via transitoria la Regione può individuare, unicamente per questo primo programma sperimentale, modalità di trasmissione differenti.

lunedì 2 febbraio 2009

Poliambulatorio chiuso: la protesta in piazza

USSANA - «Convocherò un consiglio comunale all'aperto, in via Trieste»: il sindaco di Ussana Emidio Contini alza i toni della protesta contro la chiusura del vecchio poliambulatorio, ospitato proprio nei locali di via Trieste. L'attenzione, e le accuse, del primo cittadino sono puntate verso i vertici dell'Asl di Cagliari per «non essersi attivati adeguatamente per evitare la soppressione di diversi servizi sul territorio». La discussione in atto attorno al Piano locale unitario dei servizi (Plus) dell'hinterland cagliaritano non soddisfa Emidio Contini che promette battaglia sull'attivazione dei locali del poliambulatorio di via Trieste: «Si tratta» denuncia Contini, «di un presidio fondamentale che, da ormai alcuni anni, resta abbandonato nonostante le continue nostre sollecitazioni. Il mancato ripristino dei servizi dell'ex guardia medica rappresenta per i cittadini un enorme affronto visto l'elevato numero della fascia di popolazione di Ussana: costituita da minori ed anziani». La battaglia potrebbe portare presto alla convocazione di un consiglio comunale ai piedi dei locali di via Trieste. «Le nostre richieste per la riapertura del caseggiato sono state sinora completamente ignorate»: questa la motivazione alla base della clamorosa, forma di protesta annunciata dal primo cittadino che, intanto, per la seconda volata nel giro di un mese ha disertato l'incontro sul Plus convocato dalla Asl 8. «Non sono il burattinaio di nessuno» tuona Contini, «nel corso degli ultimi anni i presidi sanitari del nostro centro sono stati già ridimensionati dalle sforbiciate imposte dall'alto e adottate senza un vero confronto con gli enti locali. Non si pretendono miracoli, ma si esige un piano che modernizzi la sanità del distretto con un'equa distribuzione dei servizi sul nostro territorio».

IGNAZIO PILLOSU