giovedì 15 dicembre 2011

Vecchi espropri, il Comune versa 425 mila euro

Il Comune di Ussana condannato a pagare 425 mila euro per un esproprio di quasi trent'anni fa. La sentenza del Tribunale civile è stata accolta senza scossoni dall'attuale giunta guidata dal sindaco Paolo Loddo che è riuscito a trasformare il verdetto negativo, se non in una vittoria, almeno in un pareggio. «Escludiamo l'appello, pagheremo entro dicembre la somma con quota parte dell'avanzo di amministrazione maturato finora ad hoc», anticipa Loddo. Ai numerosi ricorrenti, eredi della famiglia Sanjust, andranno così 425 mila euro. Al Comune di Ussana la proprietà del terreno e degli immobili edificati nel lontano 1985. Dieci alloggi popolari costruiti in poco meno di 4 mila e 500 metri quadri. La causa, annosa, durava dal 1990. Dopo una stagnazione decennale, la conclusione con la recente sentenza. L'esproprio del terreno (4 mila e 500 metri quadri nel centro storico di Ussana, in via Padre Serri), nel 1985, aveva incontrato l'opposizione dei vecchi proprietari: gli eredi della famiglia Sanjust. Il consiglio ha ratificato qualche giorno fa il giudizio emesso dal Tribunale: 425 mila euro usciranno dalle casse comunali ma il patrimonio dell'Ente si arricchisce di dieci case. «Soprattutto abbiamo scampato il pericolo del dissesto finanziario», aggiunge il sindaco Paolo Loddo della vicenda giudiziaria che si chiude, per il Comune di Ussana, con un esito confortante, dopo il rigetto della richiesta di usucapione invocata in passato dalle precedenti giunte. «Il dettaglio fondamentale», precisa il primo cittadino di Ussana, «è stato il riconoscimento della proprietà a partire dal 1990. In caso contrario la somma da pagare sarebbe stata milionaria e il dissesto finanziario dietro l'angolo». Senza il riconoscimento della proprietà, retroattiva, il Comune di Ussana avrebbe dovuto infatti pagare anche gli immobili edificati. «È un risultato che premia il nostro impegno e dei legali di entrambe le parti, che ha permesso di risolvere equamente la vicenda», conclude Loddo.

Ignazio Pillosu

fonte: www.unionesarda.it