Accogliendo la richiesta dei legali dell'assessore Nerina Dirindin, il Tribunale di Sassari ha archiviato il procedimento per diffamazione a mezzo stampa aperto in seguito alla querela da parte degli ex assessori regionali alla Sanità, Giorgio Oppi e Roberto Capelli.
La vicenda risale al 2005: nel corso di una conferenza stampa l'assessore Dirindin, parlando dei direttori generali delle Asl sarde, definì "scellerato" il patto secondo il quale "i manager rinunciavano al 20% del compenso ma non erano tenuti a raggiungere gli obiettivi ". Insieme all'assessore sono stati chiamati in causa da Giorgio Oppi e Roberto Capelli anche i quotidiani che riportarono le affermazioni della Dirindin.
Come già accaduto con il Tribunale di Cagliari nell'aprile del 2006, il Tribunale di Sassari oggi ha deciso per l'archiviazione, riconoscendo all'assessore Dirindin l'assenza di intento diffamatorio e la sostanziale rispondenza al vero della sua affermazione, nell'esercizio del diritto di critica politica.
[Fonte: http://www.regione.sardegna.it/]
La vicenda risale al 2005: nel corso di una conferenza stampa l'assessore Dirindin, parlando dei direttori generali delle Asl sarde, definì "scellerato" il patto secondo il quale "i manager rinunciavano al 20% del compenso ma non erano tenuti a raggiungere gli obiettivi ". Insieme all'assessore sono stati chiamati in causa da Giorgio Oppi e Roberto Capelli anche i quotidiani che riportarono le affermazioni della Dirindin.
Come già accaduto con il Tribunale di Cagliari nell'aprile del 2006, il Tribunale di Sassari oggi ha deciso per l'archiviazione, riconoscendo all'assessore Dirindin l'assenza di intento diffamatorio e la sostanziale rispondenza al vero della sua affermazione, nell'esercizio del diritto di critica politica.
[Fonte: http://www.regione.sardegna.it/]
8 commenti:
Abbiamo il brutto vizio di commentare sempre e comunque una sentenza, con frasi del tipo "E'stato giusto così, è stata fatta giustizia" se il giudizio del tribunale è stato favorevole ad un imputato della fazione della persona che commenta; oppure del tipo "E'una vergogna, è una sentenza politica, i magistrati sono tutti rossi" (o neri).
IO mi limito a rispettare la sentenza, il brutto vizio di commentare sempre e comunque lasciamolo alle destre.
Saluti, ……………Iose
Sono un garantista e mi limito a prendere atto di ciò che è stato deciso da un tribunale dello stato italiano!
Vorrei però dire che spesso chi querela o minaccia una querela non ha argomenti validi per farlo e il tutto si risolve in una archiviazione da parte dell'organo giudicante.
COME DICEVA ARBORE IN UNA VECCHIA PUBBLICITA' ...."MEDITATE GENTE!!!!!".....
anche questo blog fa critica politica o sbaglio???
allora non dovreste temere le querele???!!!
:-/
Certamente desaparesido, questo blog fa critica politica e anche cronaca, visto che puntualmente segnala dei casi eclatanti che riguardano la nostra moribonda comunità, commentati con scrupolosa criticità dai cittadini ussanesi.
Sono straconvinto che deve proseguire su questo binario senza farsi intimorire da chicchessia, visto che il diritto di cronaca e il diritto di critica sono entrambi sanciti dall’art. 21 della Costituzione.
Iose
questo blog si occupa anche di creare dibattito tra le persone; ovviamente attraverso le varie notizie che vengono inserite. Crediamo che molti ussanesi abbiano perso le proprie capacità critiche per vari motivi; vuoi per la mancanza di riferimenti politici solidi e vuoi per lo scadimento sociale-culturale del paese.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
Paola Binetti è senatrice ultracattolica. Di tanto in tanto adopera il cilicio per mortificare il corpo e offrire a Gesù il suo sacrificio.
Questa prassi, ormai in disuso, suscita rispetto ma fa anche impressione. Nello smaliziato mondo di oggi può perfino provocare umorismo.
Infine la Binetti è seguace dell'Opus Dei. Ma si è iscritta al Partito democratico o meglio: viene dai Popolari, quindi dalla Margherita è infine approdata al Partito democratico.
Sembra che ci si trovi a suo agio. Fa piacere saperlo, la democrazia pluralista del Pd non può che essere rafforzata da questa "contaminazione".
Per i valori che rappresenta, la Binetti è stata inserita nella commissione di quel partito e incaricata di redigere il "manifesto", cioè appunto la carta dei valori.
La Binetti e i valori da lei rappresentati saranno indubbiamente contaminanti ma dovranno a loro volta venir contaminati dai valori della laicità. Insomma ci dovrà essere una sintesi.
Da subito perché il caso Binetti è già scoppiato, rischia di provocare la caduta del governo Prodi, la causa scatenante è stata l'emendamento del decreto sulla sicurezza che prevede pene detentive contro chi incita alla discriminazione razziale e omofobica. il Pd deve dunque prendere una decisione. È evidente che la Binetti non può essere espulsa dal partito: un partito democratico non può, per definizione, sanzionare i casi di coscienza.
Da parte sua la senatrice ultracattolica deve rispondere a due domande. La prima: è vero che alla vigilia del voto ha ricevuto una telefonata dal segretario della Conferenza episcopale che le raccomandava di votare contro? Se è vero, il fatto è molto grave.
Non tanto per lei, che avrà certamente seguito la sua coscienza, quanto per monsignor Betori. Lo spazio pubblico di cui la Chiesa gode in abbondanza le dà titolo a propagandare i suoi principi di dottrina, di fede e di morale. Spesso sconfina - e non dovrebbe - nella politica. Ma assolutamente non può intervenire direttamente per condizionare il voto di un membro del Parlamento.
La seconda domanda. La Costituzione italiana prescrive in modo esplicito che non vi possano essere discriminazioni nei confronti dei cittadini, eguali di fronte alla legge indipendentemente dall'età, dal sesso, dalla religione.
Perciò parlare, o peggio ancora legiferare, discriminando gli omosessuali è un atteggiamento anticostituzionale.
L'emendamento inserito nel decreto in questione tende a dare attuazione con legge ordinaria ad un principio essenziale stabilito dalla Costituzione.
La senatrice Binetti contesta la stesura di quell'emendamento (che può essere modificato) o contesta il principio sancito in Costituzione?
Nel primo caso è giusto che operi per emendare l'emendamento; nel secondo è doveroso che si dimetta dal Partito democratico che tutti può ospitare salvo chi anteponga i suoi principi a quelli della Costituzione.
Viva l’Italia …………………….. Emiliano Zanfreta
Attendiamo speranzosi le risposte dell'interessata. Se vorrà, la Sen. Binetti può fare un commento su questo Blog e noi tutti le saremo grati. Comunque le deve dare al Partito democratico e, più ancora, al Senato della Repubblica.
Iose
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