USSANA. L’autunno del 2010 ha regalato all’isola una vendemmia con produzioni di qualità e tra Campidano e Parteolla i 400 ettari di vigneti hanno contribuito a rilanciare il settore. I numeri sono ancora piccoli ma è il momento di riprendere un cammino che sembrava interrotto da estirpazioni e doc declassati. E’ quanto emerso nel corso di un convegno dedicato al mercato del vino in Sardegna: «L’auspicio - dicono il sindaco Paolo Loddo e l’assessore all’agricoltura Dario Murtas - è che davvero ci siano i primi segnali di riscossa per il settore vitivinicolo». Una scommessa? «Chissà - azzarda Enrico Contini dell’agenzia Laore - certo che Ussana ha avuto un grandissimo sviluppo economico e sociale grazie al lavoro di centinaia di vignaioli. Poi l’apertura della cantina con i sogni degli agricoltori. Le speranze sono state spezzate da una politica scellerata dell’Unione europea con numerosi espianti che hanno provocato il declino della produzione. Ora però si registra un’inversione di tendenza. Il segreto è il mondo della cooperazione con le cantine sociali che devono compiere passi da gigante verso l’innovazione e la competitività nel mercato globale». Un percorso centrato dalle cantine di Dolianova: «Si tratta di una realtà ormai consolidata nell’universo enologico - sottolinea il direttore Gianni Covone - il nostro polo è un’ancora di salvataggio per tanti piccoli coltivatori». Non sono un caso i riconoscimenti di prestigio internazionale ottenuti in giro per l’Europa e nei mercati asiatici. Si riorganizza per affrontare nuove sfide anche la cantina di Monserrato: «Dopo il crollo dell’ultimo decennio si spera in una risalita - conferma il direttore Paolo Cardu - certo che la Sardegna deve ricominciare a credere nella viticoltura».
Luciano Pirroni
fonte: http://lanuovasardegna.gelocal.it/
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