venerdì 22 ottobre 2010

Vino di qualità, premiato il nuragus di Ettore Contini

Una legge per salvaguardare il grano e i prodotti tipici della Sardegna. A questo lavora il comitato “Identità e futuro”, che sta raccogliendo le firme necessarie per l'iniziativa. Ma per capire di cosa si parla, e provare la differenza, per esempio, fra un civraxiu preparato con semole di grano sardo e cotto nel forno a legna, e il pane in busta dei discount, bastava fare un salto a Ussana lo scorso fine settimana. La rassegna “S'AgriCultura” ha visto le vie del centro trasformate in laboratori di panificazione e caseifici a cielo aperto.
A Ussana sono arrivati in tanti, ed è stato come prendere coscienza con la genuinità del pane, formaggio e vino fatti come succedeva una volta. Con criteri della tradizione e assoluta competenza. Come il vino “nuragus” ottenuto dal fiore di mosto di prima pigiatura di Ettore Contini, un produttore ussanese, che si è aggiudicato il primo premio, nella categoria vini bianchi, al Concorso enologico organizzato da Comune e Proloco nell'ambito di “S'AgriCultura”. E se Contini col suo “fatt'è craccau” ha conquistato il parere dei giurati del concorso (premiati anche il vermentino di Ambrogio Argiolas e il nuragus di Pasquale Bandino), la vera superstar della sezione vini rossi è stato il monica. Classico o ciliegiolo non fa differenza: il tradizionale vitigno autoctono ha piazzato tre suoi estimatori, e produttori, nei primi tre gradini del podio: Gigi Serra con un monica ciliegiolo, Graziano Caboni e Sedda-Contini (monica classico).
«Anche quest'anno il concorso per vinificatori ha avuto un buon successo», dice il sindaco di Ussana, Paolo Loddo, «il nostro paese punta a dare valore al lavoro e al prodotto agricolo, oggi fortemente deprezzato». Ettore Contini e gli altri partecipanti al concorso enologico sono vinificatori per passione, ma il loro prodotto ha tutte le caratteristiche dell'eccellenza. Si può acquistare nelle cantine caserecce, secondo l'uso che torna in voga, della vendita diretta, e nel solco della tradizione dei bingiatteris e vinificatori ussanesi. Quelli della canna, o della palma, esposta sul portone di casa per annunciare l'avvio della vendita del novello, de su binu nou . «Qualità e vendita diretta possono essere una delle strade per dare rendere remunerativo il prodotto, sia vino o pane, formaggio o verdure», dice ancora Paolo Loddo.
A Ussana, per “S'AgriCultura”, la teoria si è fatta realtà. Raffaele Fenu, il presidente della Proloco è soddisfatto: «Le nostre donne hanno preparato il pane in piazza, e un casaro ha fatto il formaggio. Inoltre si è vinificato dal vivo. Tutti i prodotti sono stati dati in degustazione e hanno conquistato tutti».
«È la dimostrazione che per la qualità la gente è disposta anche a spendere qualcosa in più, riconoscendo il giusto a gente che, per preparare il pane o la pasta tipici, si alza alle tre del mattino», conclude il sindaco di Ussana.

IGNAZIO PILLOSU
 
fonte: www.unionesarda.it

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