Nel gioco delle tre carte, vince il Governo. Mettiamola così: Berlusconi a Roma tiene il banco, sul tavolo ci sono i fondi per le opere collegate al G8. Una volta sono già assegnati con ordinanze e documenti; un'altra volta c'è da aspettare la delibera ufficiale del Cipe rinviata di mese in mese. Alla fine, quando i parlamentari sardi di sponda Pd vanno a vedere il gioco di palazzo Chigi, ecco la conclusione: quei soldi non ci sono. Niente, zero. Risultato: la Sassari-Olbia resta così com'è, trafficata e pericolosissima, nonostante fosse inserita tra le infrastrutture urgenti in vista del summit mondiale di luglio a La Maddalena.
La spiegazione arriva durante il question time alla Camera, come risposta all'interrogazione del gruppo del Pd: «L'ammodernamento della tratta non è strettamente funzionale allo svolgimento dell'evento del G8. L'intervento rientra già in una programmazione prevista per il 2010». Dal ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, mica dal premier che aveva promesso mari e monti nei comizi elettorali isolani.
Dopo l'Eurallumina, che oggi chiuderà i battenti; dopo le bonifiche industriali di Portotorres e Portovesme, anche quelle sparite dalla delibera Cipe; con la spada di Damocle del nucleare, o delle scorie, sulla testa; ecco la storiaccia brutta della Sassari-Olbia. Ennesima promessa non mantenuta dal premier nei confronti di quella che considera la sua seconda patria. A neanche un mese dalle elezioni che hanno portato alla vittoria del suo delfino, Cappellacci, cadono tutti i cavalli di battaglia della campagna sarda del Cavaliere. Tutti tranne uno: cioè la possibilità, per i potentati del settore edile, di tornare nell'isola a fare il bello e cattivo tempo grazie anche al Piano casa risolutore della crisi economica internazionale.
Solo che questa della strada gallurese è più di una promessa mancata. È una truffa legalizzata, molto più dello «scippo» di cui parla il deputato Giulio Calvisi: perché quei soldi, già ottenuti durante il governo Soru, erano risorse già destinate alla Sardegna. Di più: l'inserimento tra le opere collegate al G8, ottenuto grazie al lavoro dell'ex assessore Carlo Mannoni con l'esecutivo Prodi, era stato l'occasione per superare un impasse lungo decenni. Tutto cancellato, anche se, certamente, «il Governo ha grande attenzione alle problematiche della Sardegna con riguardo anche a quelle infrastrutturali».
Sono ancora parole del ministro Vito. Risponde così all'interrogazione esposta da Calvisi. Il parlamentare Pd aveva appena sottolineato come «questo Governo ha prima bloccato i finanziamenti già disposti, poi ci ha detto che occorreva una delibera del Cipe per poterli sbloccare. La delibera è arrivata, ma i fondi non ci sono; a questo punto per noi, per i sardi, quei soldi sono stati «scippati». Ricordo che si tratta di soldi della Sardegna, non di altre Regioni né dello Stato. Dove li avete destinati? Sono esempio di risorse Fas spostate dal sud al nord?».
Niente di tutto questo, secondo il rappresentante del Governo. Anzi: «Nell'ultima riunione il Cipe ha deliberato la destinazione di un importo complessivo di 400 milioni di euro a favore del dipartimento della protezione civile finalizzato proprio specificamente all'evento del G8 che si terrà in Sardegna». In più «ulteriori richieste relative all'organizzazione del vertice e ai problemi infrastrutturali potranno essere comunque soddisfatte a valere sulle risorse del fondo strategico per il paese a sostegno dell'economia reale che è stato istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri».
Peccato che «il riferimento del ministro sulle delibere destinate alla protezione civile non riguardano la Olbia-Sassari, né tanto meno l'allungamento della pista dell'aeroporto Costa Smeralda, né lo spostamento della stazione di Olbia, né la realizzazione dello svincolo di Padrongianus, né la realizzazione del molo di Porto Torres. Tutte le opere connesse all'evento G8 sono perciò, al momento, semplicemente saltate». Calvisi e il collega Guido Melis (uno gallurese, l'altro sassarese: interessati da vicinissimo, quindi) non ammettono repliche in politichese: sul fondo strategico citato dal ministro «si sappia che non c'è un solo euro spendibile a disposizione: né per opere in Sardegna né altrove, visto che quei fondi sono stati già altrimenti impegnati».
Così le cose, il nuovo presidente della Regione Cappellacci potrebbe fare a meno della trasferta di oggi a Roma: incontrerà prima Berlusconi e poi il ministro Scajola, per discutere della Sassari-Olbia e dell'Eurallumina. A cose fatte, purtroppo. La stoccata arriva dal consigliere regionale del Pd Chicco Porcu: «La Sardegna torna ad essere succube e marginale rispetto alle politiche del governo nazionale. “Sono pronto ad incatenarmi se Berlusconi non manterrà le promesse”, aveva affermato con impeto coraggioso il neo eletto presidente Cappellacci. Speriamo che, piuttosto che incatenarsi, si scuota dal timore reverenziale verso Berlusconi e si decida a far valere i diritti dei sardi».
Un altro dei diritti che salterà inesorabilmente è quello relativo ai seggi a Strasburgo. Tutto rimandato, sembra di capire, perché fuori tempo massimo: nonostante il governo si fosse impegnato anche per questo, durante la campagna elettorale. A puntare il dito contro il premier è Federico Palomba, deputato e coordinatore regionale per l'Italia dei Valori: «Grazie al Presidente del Consiglio, la Sardegna, ancora una volta, sarà esclusa dal Parlamento europeo. La proposta non è mai arrivata in aula perché proprio Berlusconi pretendeva uno sbarramento impossibile e l'eliminazione delle preferenze. La riforma della legge elettorale europea è stata tolta dal frigorifero solo dopo che Berlusconi e Veltroni avevano raggiunto l'accordo sullo sbarramento al 4 per cento e per il mantenimento della preferenza. Ma il testo così concordato escludeva la revisione delle circoscrizioni, con l'avviso minaccioso di prendere o lasciare, senza emendamenti».
Tutto a favore della Sicilia, chiaramente: con i suoi 5 milioni di abitanti ha un peso proporzionale decisamente più alto rispetto alla Sardegna, e la circoscrizione è la stessa. Lo stesso ragionamento che si deve essere fatto per lo stanziamento milionario per il Ponte sullo Stretto: quello, nella delibera Cipe, c'è tutto ed è pure sostanzioso. «Il sardo si inganna una volta sola», dice Melis citando un detto antico: al Cavaliere, a questo giro, gli è riuscita proprio bene.
La spiegazione arriva durante il question time alla Camera, come risposta all'interrogazione del gruppo del Pd: «L'ammodernamento della tratta non è strettamente funzionale allo svolgimento dell'evento del G8. L'intervento rientra già in una programmazione prevista per il 2010». Dal ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, mica dal premier che aveva promesso mari e monti nei comizi elettorali isolani.
Dopo l'Eurallumina, che oggi chiuderà i battenti; dopo le bonifiche industriali di Portotorres e Portovesme, anche quelle sparite dalla delibera Cipe; con la spada di Damocle del nucleare, o delle scorie, sulla testa; ecco la storiaccia brutta della Sassari-Olbia. Ennesima promessa non mantenuta dal premier nei confronti di quella che considera la sua seconda patria. A neanche un mese dalle elezioni che hanno portato alla vittoria del suo delfino, Cappellacci, cadono tutti i cavalli di battaglia della campagna sarda del Cavaliere. Tutti tranne uno: cioè la possibilità, per i potentati del settore edile, di tornare nell'isola a fare il bello e cattivo tempo grazie anche al Piano casa risolutore della crisi economica internazionale.
Solo che questa della strada gallurese è più di una promessa mancata. È una truffa legalizzata, molto più dello «scippo» di cui parla il deputato Giulio Calvisi: perché quei soldi, già ottenuti durante il governo Soru, erano risorse già destinate alla Sardegna. Di più: l'inserimento tra le opere collegate al G8, ottenuto grazie al lavoro dell'ex assessore Carlo Mannoni con l'esecutivo Prodi, era stato l'occasione per superare un impasse lungo decenni. Tutto cancellato, anche se, certamente, «il Governo ha grande attenzione alle problematiche della Sardegna con riguardo anche a quelle infrastrutturali».
Sono ancora parole del ministro Vito. Risponde così all'interrogazione esposta da Calvisi. Il parlamentare Pd aveva appena sottolineato come «questo Governo ha prima bloccato i finanziamenti già disposti, poi ci ha detto che occorreva una delibera del Cipe per poterli sbloccare. La delibera è arrivata, ma i fondi non ci sono; a questo punto per noi, per i sardi, quei soldi sono stati «scippati». Ricordo che si tratta di soldi della Sardegna, non di altre Regioni né dello Stato. Dove li avete destinati? Sono esempio di risorse Fas spostate dal sud al nord?».
Niente di tutto questo, secondo il rappresentante del Governo. Anzi: «Nell'ultima riunione il Cipe ha deliberato la destinazione di un importo complessivo di 400 milioni di euro a favore del dipartimento della protezione civile finalizzato proprio specificamente all'evento del G8 che si terrà in Sardegna». In più «ulteriori richieste relative all'organizzazione del vertice e ai problemi infrastrutturali potranno essere comunque soddisfatte a valere sulle risorse del fondo strategico per il paese a sostegno dell'economia reale che è stato istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri».
Peccato che «il riferimento del ministro sulle delibere destinate alla protezione civile non riguardano la Olbia-Sassari, né tanto meno l'allungamento della pista dell'aeroporto Costa Smeralda, né lo spostamento della stazione di Olbia, né la realizzazione dello svincolo di Padrongianus, né la realizzazione del molo di Porto Torres. Tutte le opere connesse all'evento G8 sono perciò, al momento, semplicemente saltate». Calvisi e il collega Guido Melis (uno gallurese, l'altro sassarese: interessati da vicinissimo, quindi) non ammettono repliche in politichese: sul fondo strategico citato dal ministro «si sappia che non c'è un solo euro spendibile a disposizione: né per opere in Sardegna né altrove, visto che quei fondi sono stati già altrimenti impegnati».
Così le cose, il nuovo presidente della Regione Cappellacci potrebbe fare a meno della trasferta di oggi a Roma: incontrerà prima Berlusconi e poi il ministro Scajola, per discutere della Sassari-Olbia e dell'Eurallumina. A cose fatte, purtroppo. La stoccata arriva dal consigliere regionale del Pd Chicco Porcu: «La Sardegna torna ad essere succube e marginale rispetto alle politiche del governo nazionale. “Sono pronto ad incatenarmi se Berlusconi non manterrà le promesse”, aveva affermato con impeto coraggioso il neo eletto presidente Cappellacci. Speriamo che, piuttosto che incatenarsi, si scuota dal timore reverenziale verso Berlusconi e si decida a far valere i diritti dei sardi».
Un altro dei diritti che salterà inesorabilmente è quello relativo ai seggi a Strasburgo. Tutto rimandato, sembra di capire, perché fuori tempo massimo: nonostante il governo si fosse impegnato anche per questo, durante la campagna elettorale. A puntare il dito contro il premier è Federico Palomba, deputato e coordinatore regionale per l'Italia dei Valori: «Grazie al Presidente del Consiglio, la Sardegna, ancora una volta, sarà esclusa dal Parlamento europeo. La proposta non è mai arrivata in aula perché proprio Berlusconi pretendeva uno sbarramento impossibile e l'eliminazione delle preferenze. La riforma della legge elettorale europea è stata tolta dal frigorifero solo dopo che Berlusconi e Veltroni avevano raggiunto l'accordo sullo sbarramento al 4 per cento e per il mantenimento della preferenza. Ma il testo così concordato escludeva la revisione delle circoscrizioni, con l'avviso minaccioso di prendere o lasciare, senza emendamenti».
Tutto a favore della Sicilia, chiaramente: con i suoi 5 milioni di abitanti ha un peso proporzionale decisamente più alto rispetto alla Sardegna, e la circoscrizione è la stessa. Lo stesso ragionamento che si deve essere fatto per lo stanziamento milionario per il Ponte sullo Stretto: quello, nella delibera Cipe, c'è tutto ed è pure sostanzioso. «Il sardo si inganna una volta sola», dice Melis citando un detto antico: al Cavaliere, a questo giro, gli è riuscita proprio bene.
[fonte: http://www.altravoce.net]
5 commenti:
il problema è che con il gioco delle tre carte ha vinto 5 anni di goveno regionale.
molti sardi invece hanno vinto un posto in prima fila per vedere la crisi economica impazzare sul livello occupativo dell'isola; nelle zone industriali del sulcis, zona macomer e sassari le promesse sono durate meno della preparazione dell 'esecutivo.le fabbriche chiuse ancora prima dell'insediamento del Consiglio regionale.
per le europee pensare che la sardegna la spuntasse contro la sicilia, tenuto conto del peso politico che ha nel centrodestra, era veramente una pia illusione.
Penso che chi voleva, poteva prevedere le cose anche prima delle elezioni!
ABBIAMO SUPERATO I 20.000 CONTATTI!
MICA COTICA!!!
CI VEDREI BENE UN ARTICOLO COMMEMORATIVO:
Le hanno previste, le hanno previste...
Riguardo ai 20.000 contatti, sono un bel traguardo, complimenti agli autori per la costanza e l'impegno con cui curano il blog. è_é
i soldi ci sono...o non ci sono...appaiono e scompaiono..si triplicano e si decuplicano...si decimano o si dimezzano..
e la sassari-olbia resterà ricca di croci ancora per tanto tempo
a proposito di soldi promessi, una mia nonna diceva:" a impromitti e non donai, non torrat poburu nisciunus". e più o meno lo dicono anche in brianza a quanto pare..
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