giovedì 19 marzo 2009

Fiducia, Berlusconi ai suoi minimi

Sondaggio mensile Ipr Merketing: il premier è a quota 52% di fiduciosi.
Dieci punti sotto il suo massimo, tre in meno del mese scorso.
Sul governo una maggioranza assoluta (52%) di scontenti.
Tra i ministri comanda Maroni (60%) e Bossi guadagna cinque punti.
Altri 3 punti in meno. Silvio Berlusconi raggiunge il suo minimo storico da quando è ritornato a Palazzo Chigi. Il sondaggio mensile sulla fiducia di Ipr Marketing per Repubblica.it dice che 52 cittadini su 100 hanno molta o abbastanza fiducia nel presidente del Consiglio, mentre 45 ne hanno poca o nessuna e 3 sono senza opinione. Solo un mese fa, a febbraio la fiducia toccava il 55%. Perde altri 2 punti anche il governo che scende a quota 44% di "fiduciosi" contro il 52% che esprimono un giudizio negativo. Tra i partiti, fermo il Pdl (48% di "sì") sale di un punto l'Idv (41%) e di 2 la Lega Nord (33%). Ma soprattutto, dopo alcuni mesi di picchiata, la cura Franceschini sembra rivitalizzare il Pd che riprende 4 punti. Tra i ministri, bene Maroni e Bossi, male Matteoli e Tremonti.
  • Il premier. Nel maggio 2008 (primo di 10 sondaggi) il premier toccava quota 53% di "fiduciosi". Poi, una marcia trionfale fino al 62% dello scorso ottobre. Da lì, sotto i colpi della crisi, Berlusconi ha visto "appannarsi" il suo carisma: 4 punti in meno a novembre, poi uno stop e altri 6 punti perduti dall'inizio dell'anno. In 10 mesi, il premier ha perso un notevole gruzzolo di fiducia: 10 punti percentuali. E per la prima volta scende sotto il dato di partenza: come dire che, per la prima volta gli elettori esprimono un tasso di fiducia inferiore a quello che avevano al momento delle elezioni.
  • Il governo. Perde, dunque, il premier, ma resta comunque sopra il 50% di giudizi positivi. Il trend del governo, invece, è decisamente negativo. Per il terzo mese consecutivo, infatti, la fiducia nell'esecutivo (che aveva toccato quota 54% in ottobre) resta sotto quota 50% e scende fino al 44%. Ma per la prima volta, i cittadini che danno un giudizio negativo in termini di fiducia sono diventati maggioranza assoluta passando dal 49% al 52%, mentre il 4% non esprime un giudizio.
  • I ministri. Come quasi sempre è accaduto in questi mesi, in testa alla lista dei ministri, c'è Roberto Maroni (Interni) con un tasso del 60% di fiduciosi. E Maroni è anche l'unico che tocca quota 60%. Lo seguono, Angelino Alfano (Giustizia) a quota 59%, Bossi e Sacconi a quota 57%. Il leader leghista guadagna in un solo colpo 5 punti (12 negli ultimi 3 mesi) dando la sensazione che la relativa autonomia delle sue posizioni finisca per pagare in termini di consenso. Nel complesso, sono 7 (su 21) i ministri che migliorano il loro punteggio. Oltre ai già citati, avanzano: Brunetta (2 punti), Scajola (1), Carfagna (2) e, in particolare, Gelmini (3). Perdono, invece, i responsabili di sei dicasteri: Tremonti (-2), Frattini (-2), Matteoli (-4), Bondi (-2), Fitto (-1). Gli altri 8 sono fermi. All'ultimo posto c'è Elio Vito con un tasso di fiducia del 33%.
  • I partiti. Il dato più evidente è la risalita (4 punti) del Pd. Evidente l'effetto Franceschini. I democratici restano ancora all'ultimo posto sotto quota 30 (29% di fiduciosi), ma tornano al livello dello scorso ottobre, a 9 punti dal loro massimo (38%) toccato a maggio. Fermi l'Udc (30%) e il Pdl (48%, lontano dai vertici del 54% di ottobre). Salgono la Lega Nord (33% più tre punti) e l'Idv (di uno) a quota 41%.

1 commento:

desaparecido ha detto...

io credo solamente ai sondaggi del fido MANNHEIMER..........