Le denunce si conoscevano, ora arriva la prima conferma. La vittoria del centrodestra alle elezioni comunali di Palermo, meno di un anno fa, è stata viziata da pesanti irregolarità. Due presidenti di seggio sono stati arrestati nel capoluogo siciliano con l'accusa di brogli nel corso dello scrutinio. Avrebbero favorito, con la falsificazione di 580 schede, una lista che appoggiava il sindaco forzista Diego Cammarata. In particolare, secondo l'accusa, sarebbero state falsificate schede per favorire un consigliere comunale uscente, alla fine non eletto, e un candidato per la circoscrizione, invece eletto. Gli arrestati sono i palermitani Gaetano Giorgianni, 51 anni, e Giovanni Maria Profeta, 63 anni. Già il 14 maggio 2007, la polizia aveva presentato alla procura della Repubblica un primo articolato rapporto in merito ad una serie di gravissime anomalie registrate in sede di spoglio delle schede presso le sezioni elettorali 19 e 460. È stato così possibile accertare, in entrambe le sezioni elettorali la falsificazione di oltre 450 schede, con contraffazione della parte relativa all'espressione del voto di preferenza. Il candidato allora sconfitto del centrosinistra, l’ex sindaco Leoluca Orlando (nella foto), lancia l’allarme: «Questi arresti sono solo una piccola conferma alle tante e circostanziate denunce che con centinaia di cittadini, anche candidati, presentammo nei giorni successivi al voto. Ma a rischio è anche la regolarità della prossima consultazione che potrebbe anche essere condizionata dalla criminalità organizzata». Il procuratore Francesco Messineo sottolinea «la massima attenzione del nostro ufficio su questi fenomeni perché le elezioni devono svolgersi in un clima di assoluta correttezza e trasparenza. E su questo vigileremo con la massima attenzione» Meno di una settimana dopo il voto, Orlando presentò alla procura, un vero e proprio dossier che raccoglieva tutte le denunce e le segnalazioni di irregolarità provenienti dai seggi. Orlando aveva sostenuto che «non solo abbiamo assistito all'utilizzo illecito di risorse pubbliche durante la campagna elettorale, in aperta violazione delle norme, all'erogazione di somme di denaro, ad assunzioni di parenti e conoscenti del sindaco e della sua coalizione prima del voto, ma anche a intimidazioni fisiche e verbali ai rappresentanti di lista, tanto da costringerci a chiamare polizia per difenderli». E, ancora, «centinaia di schede invalidate dai presidenti di seggio in assenza degli scrutatori, senza che nessuno potesse valutare nulla; centinaia di schede votate e inserite in blocco con la stessa grafia e con una matita diversa da quella copiativa fornita ai seggi. E sono stati annullati sistematicamente centinaia di voti espressi senza validi motivi».
fonte: http://www.unita.it/
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