Lettere dal carcere
Antonio Gramsci: Lettera alla madre
Casa Penale di Turi, 15 giugno 1931
Carissima mamma,
Antonio Gramsci: Lettera alla madre
Casa Penale di Turi, 15 giugno 1931
Carissima mamma,
ho ricevuto la lettera che mi hai scritto con la mano di Teresina. Mi pare che devi spesso scrivermi cosí; io ho sentito nella lettera tutto il tuo spirito e il tuo modo di ragionare; era proprio una tua lettera e non una lettera di Teresina.
Sai cosa mi è tornato alla memoria? Proprio mi è riapparso chiaramente il ricordo quando ero in prima o in seconda elementare e tu mi correggevi i compiti: ricordo perfettamente che non riuscivo mai a ricordare che « uccello » si scrive con due c e questo errore tu me lo hai corretto almeno dieci volte.
Dunque se ci hai aiutato a imparare a scrivere (e prima ci avevi insegnato molte poesie a memoria; io ricordo ancora Rataplan e l’altra « Lungo i clivi della Loira, - che qual nastro argentato - corre via per cento miglia - un bel suolo avventurato ») è giusto che uno di noi ti serva da mano per scrivere quando non sei abbastanza forte.
Solamente che il ricordo di Rataplan e della canzone della Loira ti faranno sorridere. Eppure ricordo anche quanto ammirassi (dovevo avere quattro o cinque anni) la tua abilità nell’imitare sul tavolo il rullo del tamburo quando declamavi Rataplan.
Del resto tu non puoi immaginare quante cose io ricordo in cui tu appari sempre come una forza benefica e piena di tenerezza per noi. Se ci pensi bene tutte le quistioni dell’anima e della immortalità dell’anima e del paradiso e dell’inferno non sono poi in fondo che un modo di vedere questo semplice fatto: che ogni nostra azione si trasmette negli altri secondo il suo valore, di bene e di male, passa di padre in figlio, da una generazione all’altra in un movimento perpetuo.
Poiché tutti i ricordi che noi abbiamo di te sono di bontà e di forza e tu hai dato le tue forze per tirarci su, ciò significa che tu sei, già da allora, nell’unico paradiso reale che esista, che per una madre penso sia il cuore dei propri figli. Vedi cosa ti ho scritto? Del resto non devi pensare che io voglia offendere le tue opinioni religiose e poi penso che tu sei d’accordo con me piú di quanto non pare. Di’ a Teresina che aspetto l’altra lettera che mi ha promessa. Ti abbraccio teneramente con tutti di casa.
Antonio
4 commenti:
Io ho visitato Casa Gramsci a Ghilarza...un'emozione fortissima...
Nel dicembre 2005 organizammo una gita che face tappa ad Ales e a Ghilarza; fu una giornata indimenticabile. Magari potremo ripetere la gita modificando il percorso!
Il suo pensiero, nonostante siano passati 70 anni dalla sua morte, è sempre attuale. In questo periodo dovrebbero ispirarsi a lui, soprattutto i giornalisti ossessionati nel raccontare scandali e cronaca nera. Quando un giorno, Felice Platone, scrisse un articolo per l'Ordine Nuovo, descrivendo nei minimi particolari un assassinio per questioni ereditarie, Gramsci, direttore del giornale, lo costrinse a non mettere i dettagli, per il concetto ed il rispetto che si doveva avere degli uomini.
chi puo dimenticare che nel dicembre 2005 organizammo una gita che face tappa ad Ales e a Ghilarza....bellissimo ed indimenticabile!
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