Manca poco al fatidico giorno, tanto atteso e temuto da quel 28 gennaio quando un voto di sfiducia al Senato ci regalò infatti un Governo dimissionario e il solito (dannato) incubo elezioni; manca poco nel Belpaese spaccato a metà, dove si vince per manciate di voti e dove buona parte della classe politica auspica il caos perenne.
Manca poco (impossibile non accorgersene) e le strade di Ussana sono tappezzate di manifesti elettorali. In tv, i vari “Ballarò”, “Matrix”, “Annozero” e “Porta a Porta” sono più imbottiti che mai di politici che cercano di ritagliarsi qualche ora di propaganda per far breccia nelle menti di noi italiani. Lo scenario attuale delle forze politiche in campo, in questo clima particolarmente confuso e caotico, è notevolmente cambiato rispetto alle elezioni precedenti; le due grandi alleanze del 2006 si sono estinte, ed anche i partiti al loro interno hanno subito importanti modifiche. Noi elettori ci troviamo davanti un numero più ampio di schieramenti, il cui valore dovrebbe essere una maggiore omogeneità interna che possa evitare quello che è stata la crepa principale di questo Governo: una miscela eccessivamente variopinta di partiti, all’interno della stessa coalizione, difficilmente affiatati.
In prima linea troviamo il Partito Democratico che, dopo aver cassato quasi la totalità degli ex-alleati sia per le elezioni del Senato sia per quelle della Camera, ha gradito l’alleanza solo con i partiti che condividono integralmente, e senza riserve, il proprio programma elettorale. Parliamo dell’Italia dei Valori e dei Radicali Italiani.
Sempre a sinistra troviamo Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica che sono confluiti nell’unica lista di La Sinistra Arcobaleno, sotto lo scudo dell’inaffondabile Bertinotti; anch’essi molto attivi nella propaganda elettorale ussanese.
Per il centrodestra Berlusconi e Fini hanno unito i rispettivi partiti sotto il simbolo del Popolo della Libertà; in coalizione con la Lega Nord presenterà le sue liste solo al Centro-Nord mentre con il Movimento per l'Autonomia presenterà le sue liste solamente al Centro-Sud. L’UDC di Casini ha rifiutato la proposta di confluire nel PdL di Berlusconi e insieme alla Rosa Bianca ha dato vita all’Unione di Centro.
Ovviamente gli accordi pre-elettorali delle forze politiche non si esauriscono a quelli appena citati; in queste elezioni possiamo addirittura scegliere tra più di 10 candidati premier. Tutto ciò porta a domandarsi se ora questi mutamenti, novità, nuovi partiti, nuove coalizioni e nuove alleanze porteranno effettivamente qualcosa di nuovo. Siamo di fronte alla possibilità concreta di assicurare al Paese finalmente un periodo di stabilità politica e di miglioramento per i cittadini? Oppure tutto ciò è solo un’illusione, e ci ritroveremo impantanati sempre negli stessi problemi di quella che è definita “un’Italietta”? Di nuovo ci sono soltanto nomi, simboli e partiti? Noi crediamo nelle potenzialità del PD. Crediamo che si può aiutare l’Italia a voltare pagina verso un periodo migliore. Ci crediamo perché non dobbiamo schierarci con i disillusi amareggiati che inneggiano all’anti-politica; noi crediamo nella democrazia, nel governo, nel pluripartitismo e crediamo in quest’avventura del Partito Democratico, in questa scelta coraggiosa di presentarsi da soli per il cambiamento. Certamente non bisogna illudersi che si possa trasformare il Paese dall’oggi al domani, ma è importante credere che si può tracciare una nuova strada da percorrere, giorno dopo giorno, passo dopo passo. Ogni grande cambiamento, ogni grande opera richiede tempo, fiducia, ambizione e tenacia. Ma bisogna crederci davvero, si deve credere nella possibilità di cambiare. L’Italia può migliorare; non crediamo nell’idea di Italietta a cui molti avvoltoi vogliono farci credere. Noi crediamo che il cambiamento del presente per un futuro migliore si può fare.
Manca poco (impossibile non accorgersene) e le strade di Ussana sono tappezzate di manifesti elettorali. In tv, i vari “Ballarò”, “Matrix”, “Annozero” e “Porta a Porta” sono più imbottiti che mai di politici che cercano di ritagliarsi qualche ora di propaganda per far breccia nelle menti di noi italiani. Lo scenario attuale delle forze politiche in campo, in questo clima particolarmente confuso e caotico, è notevolmente cambiato rispetto alle elezioni precedenti; le due grandi alleanze del 2006 si sono estinte, ed anche i partiti al loro interno hanno subito importanti modifiche. Noi elettori ci troviamo davanti un numero più ampio di schieramenti, il cui valore dovrebbe essere una maggiore omogeneità interna che possa evitare quello che è stata la crepa principale di questo Governo: una miscela eccessivamente variopinta di partiti, all’interno della stessa coalizione, difficilmente affiatati.
In prima linea troviamo il Partito Democratico che, dopo aver cassato quasi la totalità degli ex-alleati sia per le elezioni del Senato sia per quelle della Camera, ha gradito l’alleanza solo con i partiti che condividono integralmente, e senza riserve, il proprio programma elettorale. Parliamo dell’Italia dei Valori e dei Radicali Italiani.
Sempre a sinistra troviamo Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica che sono confluiti nell’unica lista di La Sinistra Arcobaleno, sotto lo scudo dell’inaffondabile Bertinotti; anch’essi molto attivi nella propaganda elettorale ussanese.
Per il centrodestra Berlusconi e Fini hanno unito i rispettivi partiti sotto il simbolo del Popolo della Libertà; in coalizione con la Lega Nord presenterà le sue liste solo al Centro-Nord mentre con il Movimento per l'Autonomia presenterà le sue liste solamente al Centro-Sud. L’UDC di Casini ha rifiutato la proposta di confluire nel PdL di Berlusconi e insieme alla Rosa Bianca ha dato vita all’Unione di Centro.
Ovviamente gli accordi pre-elettorali delle forze politiche non si esauriscono a quelli appena citati; in queste elezioni possiamo addirittura scegliere tra più di 10 candidati premier. Tutto ciò porta a domandarsi se ora questi mutamenti, novità, nuovi partiti, nuove coalizioni e nuove alleanze porteranno effettivamente qualcosa di nuovo. Siamo di fronte alla possibilità concreta di assicurare al Paese finalmente un periodo di stabilità politica e di miglioramento per i cittadini? Oppure tutto ciò è solo un’illusione, e ci ritroveremo impantanati sempre negli stessi problemi di quella che è definita “un’Italietta”? Di nuovo ci sono soltanto nomi, simboli e partiti? Noi crediamo nelle potenzialità del PD. Crediamo che si può aiutare l’Italia a voltare pagina verso un periodo migliore. Ci crediamo perché non dobbiamo schierarci con i disillusi amareggiati che inneggiano all’anti-politica; noi crediamo nella democrazia, nel governo, nel pluripartitismo e crediamo in quest’avventura del Partito Democratico, in questa scelta coraggiosa di presentarsi da soli per il cambiamento. Certamente non bisogna illudersi che si possa trasformare il Paese dall’oggi al domani, ma è importante credere che si può tracciare una nuova strada da percorrere, giorno dopo giorno, passo dopo passo. Ogni grande cambiamento, ogni grande opera richiede tempo, fiducia, ambizione e tenacia. Ma bisogna crederci davvero, si deve credere nella possibilità di cambiare. L’Italia può migliorare; non crediamo nell’idea di Italietta a cui molti avvoltoi vogliono farci credere. Noi crediamo che il cambiamento del presente per un futuro migliore si può fare.
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