Rispetto al 2004, la Sardegna porta la metà dei rifiuti solidi urbani in discarica. E la tendenza è in netta diminuzione, anno dopo anno: nel 2012 si vorrebbe arrivare a mandare alla fase di trattamento appena 91.300 tonnellate di rifiuti da trattare, rispetto alle 860mila tonnellate del 2007 (di cui il 27-30% proveniente dalla raccolta differenziata). "Questo grazie alla politica della pubblica amministrazione, ma anche alla collaborazione di decine di migliaia di cittadini sardi nella differenziata. Tutti dobbiamo esserne orgogliosi", ha commentato in conferenza stampa il Presidente della Regione, Renato Soru. "Quando la Regione dice che ha un programma ambientale importante - ha sottolineato Soru -, un programma che pone al centro della sua politica di sviluppo, si riferisce ad una serie di provvedimenti che sono stati in buona parte già avviati in questa prima parte della legislatura, e altri sono in via di definizione: il Piano Paesaggistico, per esempio, ma anche la legge salvacoste, il Piano energetico e ambientale, con la sostituzione del trasporto privato con quello pubblico (e con mezzi moderni e non inquinanti) ma anche con il Piano di smaltimento dei rifiuti". Le filiere del riciclaggio sono diventate una realtà anche in Sardegna. Ma manca ancora un tassello importante. "Per il momento - ha spiegato Soru - facciamo il pre-trattamento del vetro, tuttavia ancora manca una vetreria che, speriamo, arriverà nei prossimi anni e consentirà di confezionare il prodotto finito. Intanto a Macchiareddu e nell'Oristanese sono stati aperti stabilimenti per il riciclaggio degli elettrodomestici, mentre umido, carta e plastica avevano già completato la filiera con importanti risultati ottenuti da imprese che operano in diverse zone dell'isola". Sulla tanto discussa termovalorizzazione, il Presidente Soru ha sottolineato ancora una volta che "non esiste in Italia, e neppure nel resto d'Europa, una sola regione che possa rinunciare ai termovalorizzatori. Tuttavia, ci poniamo l'obiettivo di ricorrere ad essa il meno possibile, pur prevedendo il revamping, cioè la ristrutturazione, degli impianti oggi esistenti". Restano ancora indietro alcune delle principali città della Sardegna, a cominciare da Cagliari e Oristano, dove stenta a decollare la raccolta differenziata (e per questo dovranno pagare sanzioni amministrative).
[fonte: http://www.regione.sardegna.it/]
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