domenica 17 marzo 2013

Giustizia sociale e cambiamento, la sfida che abbiamo davanti


Pietro Grasso  Pietro Grasso

L'ex Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso è stato eletto Presidente del Senato della Repubblica, con 137 voti su 313 senatori presenti e altrettanti votanti. 

L'ex Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, senatore del centrosinistra, è stato eletto Presidente del Senato della Republica, con 137 voti su 313 senatori presenti e altrettanti votanti; 117 voti per il senatore del centrodestra Renato Schifani, 52 schede bianche e 7 nulle.

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"Mai come oggi il Paese ha bisogno di risposte rapide e efficaci. Mai come ora la storia italiana si intreccia con quella europea e i destini sono comuni, mai come oggi il compito della politica è di restituire ai cittadini la coscienza di questa sfida. Entrando qui mi ha colpito l'affresco sul soffitto con 4 parole: giustizia, diritto, fortezza e concordia di cui il Paese ha disperatamente bisogno, come della pace sociale". Così il neopresidente del Senato ha iniziato il suo discorso di insediamento a Palazzo Madama.

"Siamo a un passaggio straordinario, abbiamo il dovere, il diritto e la responsabilità di indicare il cambiamento possibile, è in gioco la qualità della nostra democrazia. Nello stesso tempo - ha aggiunto - dobbiamo avviare un cammino a lungo termine, iniziare una nuova fase costituente che possa stupire e stupirci".

Grasso ha ricordato l'anniversario dell'Unità d'Italia, che ricorre il 17 marzo. "Nei 152 anni della nostra storia abbiamo saputo unirci, superare le differenza, affermare con fermezza i valori comuni. Il primo pensiero - ha detto - va alla fase costituente della nostra Repubblica, quando uomini e donne ci hanno consegnato una delle Carte costituzionali più belle e più moderne del mondo, donne come Teresa Mattei la più giovane eletta della Assemblea Costituente, che ci ha lasciati pochi giorni fa".


Un pensiero è stato rivolto ad un altro anniversario: l'assassinio di Moro e della sua scorta: "In Aldo Moro il terrorismo brigatista colpì il dirigente politico che aveva compreso il bisogno e le speranze di generazione della società italiana. Come Moro scrisse: 'il destino di un uomo non è realizzare pienamente la giustizia ma di avere sempre fame e sete di giustizia'. Oggi migliaia di giovani a Firenze hanno partecipato alla giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia. Vi confesso che mi è molto dispiaciuto non poter essere con loro come ogni anno. Hanno pronunciato 800 nomi di vittime della mafia, persone innocenti uccise nel pieno della loro vita. Il loro impegno, il loro sacrificio, il loro esempio deve essere nostro faro.

Ho sempre cercato verità e giustizia - ha proseguito - e continuerò a cercarle da questo scranno, auspicando che venga istituita una nuova Commissione d'Inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese, perchè la sfida che abbiamo davanti si racchiude nelle parole: giustizia sociale, etica e cambiamento".

Il neopresidente del Senato, Pietro Grasso, ha concluso il suo discorso ricordando le parole che Antonino Caponnetto, Capo dell'ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo gli disse poco prima di entrare nell'aula del maxi processo contro la mafia: 'Fatti forza, ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienza'. Sono certo che in questo momento e in quest'Aula - ha detto Grasso - l'avrebbe ripetuto a ciascuno di noi".

Discorso di insediamento di Pietro Grasso

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"Complimenti a Laura Boldrini e a Pietro Grasso. Se si vuole cambiare, si può!", ha commentato Pier Luigi Bersani in un tweet l'elezione dei presidenti di Camera e Senato.

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Pietro Grasso è nato il primo gennaio del 1945 a Licata, in provincia di Agrigento, e cresciuto a Palermo.

Inizia la carriera di magistrato nel 1969 a Barrafranca, in provincia di Enna, per proseguire a Palermo nel 1972. E' qui che comincia a occuparsi di reati contro l'amministrazione pubblica e di criminalità organizzata.

Nel 1980 diventa titolare dell'inchiesta sull'omicidio del presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella.

Nel 1985 è nominato giudice a latere nel Maxiprocesso a Cosa Nostra nato dalle indagini del pool antimafia.

Nel 1989 diventa consulente della Commissione parlamentare antimafia presieduta prima da Gerardo Chiaromonte e poi da Luciano Violante.

Pochi mesi dopo la strage di Capaci viene chiamato a sostituire Giovanni Falcone nella Commissione centrale per la definizione ed applicazione dello speciale programma di protezione a favore dei testimoni e collaboratori di giustizia.

Delle stragi del 1992 e del 1993 comincia ad interessarsi nelle mie nuove funzioni di coordinamento e di impulso, prima come sostituto poi come aggiunto, presso la Direzione nazionale antimafia. Nel 1999 torna a Palermo come procuratore capo, incarico che dura fino al 2005. In questi anni vengono arrestate per reati di mafia più di 1.700 persone, e vengono consegnati alla giustizia 13 dei 30 latitanti più pericolosi.

Nel 2005 viene chiamato a capo della Procura nazionale antimafia, dove viene confermato per un secondo mandato nel 2010.

Alle elezioni del 2013 si è candidato con il PD, dopo essersi dimesso da magistrato

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