Ussana.
La tutela di semole e sfarinati regionali al centro di un convegno.
Promossa dal Comitato "Identità e Futuro", l'iniziativa era partita un anno fa da Nuraminis. Un'assemblea, con centinaia di operatori della filiera (cerealicoltori, panificatori, molitori), a cui avevano aderito una dozzina di sindaci: di Nuraminis, Ussana, Monastir, Samatzai, San Sperate, Villasor, tra gli altri.
L'OBIETTIVO «L'obiettivo è quello di disciplinare l'uso di semole e sfarinati di grano duro sardo nella preparazione dei prodotti alimentari regionali», ripete Modesto Fenu, consigliere provinciale, fra gli artefici del comitato Identità e Futuro. A un anno di distanza, il risultato numerico è raggiunto. «Ci siamo, i Comuni ci stanno ancora inviando i moduli ma possiamo dire che abbiamo raccolto molte più firme di quelle che servivano: ancora qualche giorno e saremo in grado di presentarle al Consiglio regionale», ha detto Fenu a Ussana, nel convegno organizzato nell'ambito della fiera Agricultura promossa dal Comune.
IL PUNTO L'occasione è servita a fare il punto dell'iniziativa che punta all'adozione di marchio collettivo, per la difesa dei prodotti sardi, "Compra sardo". Il sigillo che, insomma, dovrebbe funzionare da freno al grano importato da paesi produttori europei ed extraeuropei. La proposta mobilita gli operatori della filiera e gli amministratori locali. Dario Murtas, agricoltore e assessore di Ussana, li rappresenta entrambi: «A distanza di un anno abbiamo raggiunto l'obiettivo», ha detto Murtas che ha sottolineato «l'apporto, nella raccolta delle firme, dei consumatori: l'anello finale della filiera del nostro prodotto e del nostro lavoro». Il segno, questo, del significato di una proposta di legge che, ha sottolineato il sindaco di Ussana Paolo Loddo, «parte dal basso, dalla gente».
PRODOTTO SARDO «Crediamo nella valorizzazione del prodotto sardo», ha detto anche Efisio Perra della Coldiretti ricordando «l'impegno decennale dell'associazione nella valorizzazione del frutto del lavoro contadino». Il riferimento è a "Campagna amica", l'iniziativa che incoraggia al consumo di prodotti agricoli ed alimentari sardi. Una nota dolente della filiera che vede i prodotti sardi «relegati ad una modesta percentuale di consumo, nella stessa Sardegna, del 20 per cento sul totale». Insomma, nemmeno in Sardegna si «Compra», per dirla col nome del marchio, «sardo». «Occorre invertire il trend, dobbiamo valorizzare i nostri prodotti», ha detto il presidente del Consiglio provinciale Roberto Pili. La proposta di legge di iniziativa popolare del comitato "identità e Futuro" punta proprio a questo.
Ignazio Pillosu
fonte: www.unionesarda.it
01/11/2011
Raccolte 13 mila firme per un marchio collettivo.
Il convegno organizzato a Ussana è servito per fare il punto dell'iniziativa che punta all'adozione di un marchio collettivo (Compra sardo) per la difesa dei prodotti regionali.
Ne servivano diecimila, ma ne sono state raccolte oltre tredicimila. È andata oltre le attese la petizione per la proposta di legge di iniziativa popolare per la «conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi».Promossa dal Comitato "Identità e Futuro", l'iniziativa era partita un anno fa da Nuraminis. Un'assemblea, con centinaia di operatori della filiera (cerealicoltori, panificatori, molitori), a cui avevano aderito una dozzina di sindaci: di Nuraminis, Ussana, Monastir, Samatzai, San Sperate, Villasor, tra gli altri.
L'OBIETTIVO «L'obiettivo è quello di disciplinare l'uso di semole e sfarinati di grano duro sardo nella preparazione dei prodotti alimentari regionali», ripete Modesto Fenu, consigliere provinciale, fra gli artefici del comitato Identità e Futuro. A un anno di distanza, il risultato numerico è raggiunto. «Ci siamo, i Comuni ci stanno ancora inviando i moduli ma possiamo dire che abbiamo raccolto molte più firme di quelle che servivano: ancora qualche giorno e saremo in grado di presentarle al Consiglio regionale», ha detto Fenu a Ussana, nel convegno organizzato nell'ambito della fiera Agricultura promossa dal Comune.
IL PUNTO L'occasione è servita a fare il punto dell'iniziativa che punta all'adozione di marchio collettivo, per la difesa dei prodotti sardi, "Compra sardo". Il sigillo che, insomma, dovrebbe funzionare da freno al grano importato da paesi produttori europei ed extraeuropei. La proposta mobilita gli operatori della filiera e gli amministratori locali. Dario Murtas, agricoltore e assessore di Ussana, li rappresenta entrambi: «A distanza di un anno abbiamo raggiunto l'obiettivo», ha detto Murtas che ha sottolineato «l'apporto, nella raccolta delle firme, dei consumatori: l'anello finale della filiera del nostro prodotto e del nostro lavoro». Il segno, questo, del significato di una proposta di legge che, ha sottolineato il sindaco di Ussana Paolo Loddo, «parte dal basso, dalla gente».
Ignazio Pillosu
fonte: www.unionesarda.it
01/11/2011
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