Le foto che appaiono riguardano la Chiesa di San Saturnino di Ussana che, nell'attesa di un dignitoso restauro, è stata presa di mira da uno o più graffittari.
In questi casi, come talvolta accade, è partita la corsa per la ricerca del colpevole, con tutte le degenerazioni del caso; infatti in una piccola comunità, come quella ussanese, non si tarda ad individuare le persone e ad emettere giudizi nei loro confronti, magari con una bella dose di pregiudizi in dote.
Tuttavia non si cercano le cause che provocano certi gesti. Il reato commesso è di grossa entità e su ciò non vi sono dubbi; ma tutto ha una sua giustificazione: malessere sociale? disagio? incosapevolezza della gravità del gesto? sfregi alla comunità parrocchiale? voglia di trasgredire?
E le risposte, giustificabili o meno, le possono dare solo coloro che han compiuto il danno?
Forse no, anche l'intera comunità deve dare risposte ai colpevoli; saranno i genitori, gli ussanesi, gli educatori, i membri delle istituzioni e della comunità parrocchiale che dovranno avviare una nuova strada affinchè le regole di comportamento che sono condivise nei propri gruppi familiari si allarghino al contesto sociale in cui i bambini, gli adolescenti, i ragazzi e gli adulti convivono.
Il dialogo e il confronto fra i vari tessuti della società pare abbia perso la sua necessaria validità nel nostro territorio; è da qui che bisogna partire, al più presto, escludendo sentenze pubbliche ed "esecuzioni sommarie".
Il nostro futuro sono i giovani, ma insegniamogli il presente.
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