sabato 11 ottobre 2008

Appuntamento con EMERGENCY SERRENTI - sabato 18 ottobre '08

Sabato 18 ottobre dalle 18.00 in poi,
presso spazi del foyer del teatro comunale di Serrenti,
il gruppo territoriale di Emergency
sarà presente con un punto informativo e gadget
a sostegno del futuro Centro pediatrico e cardiologico a Nyala, Darfur-Sudan.
Alle 21.00 nel teatro,
a sostegno dell'associazione,
si terrà il concerto gratuito etno-jazz Andhira,
dell'associazione culturale Albatros, con musiche di Nulchis e De Andrè.
In tale data partirà anche la nuova campagna tesseramento:
i sostenitori di Emergency che effettuano una donazione di almeno € 20
possono richiedere la tessera "Amici di Emergency".
Ricordiamo che fino al 22 ottobre,
facendo un SMS al numero 48587 del valore di 1 euro,
si potrà contribuire alla costruzione del Centro pediatrico in Darfur,
la nostra idea di pace.
Vi aspettiamo numerosi.
Gruppo Emergency Serrenti

giovedì 9 ottobre 2008

Parte il concorso fotografico dedicato al colle e alla necropoli punico-romana di Tuvixeddu-Tuvumannu

Concorso di fotografia naturalistico - ambientale
"Uno scatto per Tuvixeddu"

Cinquanta ettari di superficie, quasi duemila sepolcri, i più antichi risalenti al sesto secolo a.C. Questi numeri fanno dell’area archeologica sul colle di Tuvixeddu, nel pieno centro di Cagliari, la più grande necropoli di epoca punico-romana del Mediterraneo. Legambiente dal 1991 cerca di spingere gli Enti Locali ad attuare un progetto di tutela e valorizzazione di questo bene che preveda la realizzazione di un parco archeologico - paesaggistico e renda finalmente fruibile a tutta la cittadinanza e non solo una risorsa tanto importante.E’ stata condotta una costante campagna di sensibilizzazione perché la comunità non accettasse come fatto compiuto l’esecuzione di migliaia di metri cubi di nuove edificazioni e per cercare di realizzare il sogno di vedere un parco archeologico aperto e protetto da qualsiasi minaccia.Legambiente, come associazione di cittadini che opera per la tutela e la valorizzazione della natura e dell’ambiente, sente particolarmente questo problema. Prendere coscienza di questi sostanziali principi è oggi così importante da far ritenere indispensabile manifestare in tutti i modi possibili l’opportunità di cambiamento di rotta. In questo contesto si inserisce l’idea di dare la possibilità a tutte le persone sensibili di manifestare il loro punto di vista, attraverso lo strumento fotografico, con immagini che evidenzino gli aspetti culturali, paesaggistici ed archeologici di un sito tanto ricco di spunti.

Regolamento

martedì 7 ottobre 2008

L'80% dei sardi crede a chi fa, non a chi strilla

Vaffan-quorum: puntuale, gridato, clamoroso. Molto più largo di quanto non potesse temere la destra e sperare il centrosinistra. Una pernacchia li travolgerà, avevamo scritto. Così è stato, oltre ogni aspettativa. Una debacle che non è solo di Mauro Pili, definitivamente al capolinea, ma di tutto il centrodestra, dei caudatari Riformatori, sardisti in salsa maninikid tossica, socialisti di sventura e certi verdi che dovrebbero arrossire per la vergogna della loro vergognosa posizione. Ma soprattutto, una disfatta per il Gran Capo, il Cavaliere dell'Apocalisse che da palazzo Chigi aveva intimato-ordinato, attraverso i giornali e tv di servizio con i loro portavoce genuflessi, di andare a votare e votare “sì”. Che figura, Cavaliere! Ed è la terza volta, dopo il 1994 e il 2004, che la Sardegna lo manda a quel Paese e si deberlusconizza mentre il re di Arcore e del sardo canile nerazzurro trionfa e comanda in tutta Italia. È soprattutto la sua prima vera sconfitta dopo il trionfo nelle elezioni politiche generali. Grazie, no: i sardi non sono i suoi “cari concittadini” e glielo hanno mandato a dire in modo e con numeri inequivocabili. Sono disobbedienti ancora per dignità: vade retro, Cavaliere. Con lui e il centrodestra sardi i maggiordomi al seguito, i cantori editoriali e giornalistici. Il bollino-post it dell'Unione Sarda si trasforma in cartellino rosso, da espulsione, per il quotidiano, Videolina (ha censurato perfino le proteste dell'Ordine dei giornalisti, dell'Assostampa e della redazione). L'effetto-boomerang ribadisce che Sergio Zuncheddu è un editore di carta in tutti i sensi. Specie quando vuole, come fa da quattro anni, imporre la sua linea, i suoi uomini e amici politici e d'affari. Venderà anche molte copie: peso politico irrilevante. Salvo il complice suicidio omicida degli avversari politici, fra i quali conta peraltro molti loschi sodali avversi a Soru. Il potere tossico di disinformare non basta a convincere e spostare le scelte elettorali. Finisce di screditare, nella disfatta complessiva, un gruppo editoriale che opera contro la verità, la correttezza, soprattutto gli e-lettori. No pasaran, si era detto. Così è stato. Per Berlusconi, convinto di spostare con la sua becera interferenza istituzionale senza precedenti, l'orientamento dei sardi. Per il centrodestra e aggregati-derivati letali come quelli finanziari. Contro i nemici di Soru nel centrosinistra che, pur avendo votato ed restando a favore della legge salvacoste, volentieri avrebbero visto un successo degli ammazzacoste per liquidare il presidente. No pasaran neanche loro: neanche alle elezioni. La stangata dei referendari è enorme e incredibile. Avevano prodotto uno sforzo enorme, una mobilitazione capillare gigantesca, con costi inauditi, su un tema peraltro non poco controverso e comunque molto sentito. Hanno avuto il campo interamente libero, praticamente senza contraddittorio. L'appoggio militarizzato giornalistico e pubblicitario lautamente pagato di quotidiani (incluso Epolis) e tv: con l'eccezione della Nuova Sardegna, equilibrata ma certo senza aver negato spazio agli ammazzacoste e all'appello ultimativo di Berlusconi. Altro che referendum imbavagliato e silenziato dalla Regione. Cosa avrebbe potuto fare? Qualche inserzione a pagamento per ingrassare gli editori al guinzaglio della destra o viceversa? Si sarebbero perse nel mare magnum di quelle dei referendari, con spot a saturazione, Pili-bus, manifestazioni in centinaia di piazze tutte semideserte, intasato perfino Internet soprattutto con attacchi a Soru per le sue case di Cagliari e quella di Villasimius. C'è stata comunicazione, propaganda debordante, più informazione-spot giornalistica. Risultato: la chiamata alle urne è stata disertata quasi come per la Legge Statutaria, una specie di oggetto misterioso per i cittadini. Su salvacoste e gestione acque, l'informazione e la sensibilità erano ben maggiori. La risposta è stata ugualmente frustrante. Lo sarebbe stata anche di più se in certe zone i referendum sull'acqua, molto sentita e in modo trasversale anche nel centrosinistra, non avesse trainato più cittadini alle urne, fino al 40 per cento di alcuni centri. Cosa significa tutto questo? Che la crociata contro la salvaguardia delle coste, nonostante i toni terroristici del centrodestra e caudatari, non è affatto condivisa dai sardi che - anche fra tanti dissensi verso Soru - difendono questa linea: ormai modello nazionale e internazionale di riferimento. Significa anche che la credibilità del centrodestra - nonostante l'autolesionismo talora connivente e lo stato pietoso del centrosinistra - è ancora ai minimi e non sembra possa crescere per il voto regionale. Significa ancora che l'uso strumentale del referendum, lo scandalo dei soldi pubblici gettati al vento come per la consultazione vergognosa sulla Statutaria, ha fatto veramente incazzare i cittadini. Con i quasi venti milioni spesi in un anno per due votazioni a perdere, si sarebbero potute aiutare famiglie bisognose, realizzare interventi sociali come quelli - d'avanguardia - con cui la Regione ha cominciato a distribuire contributi alle famiglie dei caduti sul lavoro e per abbattere gli affitti troppo onerosi per i più poveri e i giovani. Un rifiuto popolare di forma e di sostanza, bruciante. E non si dica che il referendum è stato sabotato a destra per liquidare definitivamente Pili. Con la propaganda e la mobilitazione massiccia e l'appello inascoltato di Berlusconi, è stato anche l'elettorato del centrodestra a respingere una chiamata distruttiva. Lo dimostrano, oltre ogni dubbio, i risultati in Gallura e a Cagliari. Nella terra di Settimo Nizzi, colonia mondana del “re” Berlusconi, la risposta è stata ugualmente deprimente per i referendari. In una provincia dove il centrodestra ha quasi il 70 per cento dei voti, questa partecipazione al referendum significa che due terzi del proprio elettorato ha snobbato i promotori. Ancor più bruciante il dato di Cagliari, dove ha votato 18 per cento: assai meno del dato medio regionale. Significa che l'impegno forsennato e la mobilitazione di Emilio Floris, sostenuto dalle forze corazzate di latta dell'Unione Sarda e Videolina, hanno prodotto risultati da suicidio politico. E forse liquidato definitivamente anche le ambizioni del sindaco per la nomination ad anti-Soru. Insomma, la spallata annunciata contro Soru diventa un boomerang che rompe le ossa al centrodestra anche nella prospettiva del voto regionale: se nel Pd i guastatori e i tagliagole pronti a tutto non giocheranno allo sfascio. Ma dopo questa prova, i militanti e i simpatizzanti potranno e dovranno farsi sentire e mettere all'angolo quelli che risultano oggettivamente alleati del centrodestra. Il vaffan-quorum è una bella notizia, oltre Soru. Perché dimostra che la sensibilità e la cultura dell'ambiente è entrata nel cuore e nelle teste dei sardi mentre si continua a cementificare troppo. E il no agli ammazzacoste è un bellissimo, prestigioso biglietto da visita che i sardi potranno far valere come loro identità civile nel resto d'Italia e anche all'estero: in controtendenza col massacro dell'Italia.
Giorgio Melis
Percentuale votanti a Ussana: 13,1%

lunedì 6 ottobre 2008

Sardegna - Referendum: mancato il quorum. Alle urne solo il 20,4%

Il dato definitivo dell'affluenza alle urne alle 22 di ieri vanifica in Sardegna i referendum abrogativi sull'acqua e sulla legge 8 del 2004, la cosiddetta "salvacoste". Soltanto il 20,4% dei 1.471.797 aventi diritto (pari a 300.859 elettori) si e' espresso presentandosi ai seggi, nonostante gli appelli dei promotori del centrotrodestra, arrivati ieri anche via sms. Perche' la consultazione fosse valida era necessario il quorum del 35,5%, in base alla legge statutaria entrata in vigore a luglio, che richiedeva il 50% piu' uno degli elettori che avevano votato alle ultime regionali del 2004. Che avrebbe vinto l'astensionismo, nonostante l'appello lanciato anche dal presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, sceso in campo per perorare la causa del si', si e' capito gia' quando e' stato diffuso il dato sull'affluenza alle 19 di ieri, pari al 14,2%. Le operazioni di scrutinio sono gia' cominciate ed e' ipotizzabile una prevalenza dei si'. Il mancato raggiungimento del quorum in questa consultazione conferma una tendenza degli ultimi anni nell'elettorato sardo: nel 2005 per il referendum contro l'arrivo di rifiuti-scorie da altre regioni si presento' alle urne solo il 27% dei sardi, mentre l'anno scorso per quella sulla legge statutaria voto' appena il 15%. (AGI). foto su www.altravoce.net

venerdì 3 ottobre 2008

Quel fascino per la camicia nera che cresce nel mondo del calcio

L'outing di Christian Abbiati, portiere del Milan fascista nel privato e ora anche in pubblico, ha allargato praterie di potenziali rivelazioni nel mondo del calcio italiano, da sempre silenziosamente a destra.
Quelle parole rimbalzate in tutta Europa -"del fascismo condivido ideali come la patria, i valori della religione cattolica e la capacità di assicurare l'ordine"- sono sottoscritte, oggi, da una crescente platea di calciatori e dirigenti italiani. La forza delle frasi rivelatrici di un portiere che è abituale frequentatore dei leader di Cuore nero, succursale dell'estremismo nero milanese e luogo di riferimento per gli ultrà dell'Inter, più che nell'indicare il solito revisionismo pret a' porter italiano che vuole un fascismo buono prima del '38 ("rifiuto le leggi razziali, l'alleanza con Hitler e l'ingresso in guerra", ha detto Abbiati) segnala come anche i calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste "verità" si possono finalmente dire: il vento del 2008 non le rende più pericolose per le loro carriere.
Sono diversi i campioni italiani che indossano numeri sinistri e sventolano effigi del Ventennio per poi giustificarsi: "Non lo sapevo". Il portiere Gianluigi Buffon, figlio di famiglia cattolica e impegnata, è stato sorpreso in quattro atti scabrosi. La maglia con il numero 88 che rimandava al funesto "Heil Hitler" segnalata dalla comunità ebraica romana, poi la canottiera vergata di suo pugno con il "Boia chi molla". Nel 2006, durante le feste al Circo Massimo per la vittoria del mondiale, si schierò -mani larghe su una balaustra- davanti allo striscione "Fieri di essere italiani", croce celtica in basso a destra. E i suoi tifosi, gli Arditi della Juventus, un mese fa a Bratislava gli hanno ritmato "Camerata Buffon" ottenendo dal portiere un naturale saluto. Quattro indizi, a questo punto, somigliano a una prova.
E' da annoverare tra i fascisti per caso il Fabio Cannavaro capitano della nazionale che a Madrid sventolò un tricolore con un fascio littorio al centro: "Non sono un nostalgico, ma non sono di sinistra", giura adesso. Nel 1997, però, pubblicizzò in radio le prime colonie estive Evita Peron, campi per adolescenti gestiti dalla destra radicale. Il suo procuratore, Gaetano Fedele, assicura: "Un calciatore può essere strumentalizzato inconsapevolmente".
Nella capitale si sta consumando un pericoloso contagio tra la curva della Roma, egemonizzata dalla destra neofascista, e i giovani calciatori romani. Daniele De Rossi, capitan futuro destinato a sostituire Totti, è un simpatizzante di Forza Nuova. E l'altro romanista da nazionale, Alberto Aquilani, colleziona busti del duce -li regala uno zio- mostrando opinioni chiare sugli immigrati in Italia: "Sono solo un problema".
Molti portieri la pensano come Abbiati, poi. L'ex Stefano Tacconi fu coordinatore per la Lombardia del Nuovo Msi-Destra nazionale ed è stato condannato per aver usato tesserini contraffatti giratigli dal faccendiere nero Riccardo Sindoca. Matteo Sereni, figlio della destrissima scuola Lazio, oggi che è portiere del Torino continua a dormire con il busto di Mussolini sulla testiera del letto.
Il problema è che i calciatori navigano dentro un mare di ipocrisia che consente di tenere "Faccetta nera" nella suoneria del cellulare senza provare sensi di colpa. Questione di maestri. L'ex allenatore della Lazio Papadopulo non si è mai preoccupato delle svastiche in curva "perché in campo non vedo oltre la traversa". Spiega Gianluca Falsini, difensore oggi al Padova: "Giocatori di sinistra ce ne sono pochi e la nostalgia per il Ventennio ti viene per colpa dei politici contemporanei".
Già. Nel campionato 2007-2008 in campo sono raddoppiati gli episodi di razzismo: sono stati sei. Mario Balotelli, stella emergente dell'Inter, italiano di origini ghanesi, così racconta l'ultima partita contro la Primavera dell'Ascoli: "Dall'inizio alla fine mi hanno detto: "Non esistono neri italiani". Era lo slogan dei fascisti, volevo uscire dal campo".
di CORRADO ZUNINO
La Repubblica
(1 ottobre 2008)

giovedì 2 ottobre 2008

Napoli, arriva Berlusconi esplode la protesta

Nona visita a Napoli del premier Silvio Berlusconi che è atterrato alle 11 di mercoledì mattina all'aeroporto di Capodichino. Obiettivo della visita di Berlusconi è fare il punto della situazione sull'emergenza rifiuti e sulla costruzione dei nuovi termovalorizzatori con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.
Nonostante l'efficace comunicazione berlusconiana, che considera la presunta risoluzione dell'emergenza rifiuti come un grande successo dell'esecutivo, i problemi non mancano. La città non è affatto pulita. Basta allontanarsi qualche chilometro dalle zone percorse dal premier per notare che non mancano i cumuli di rifiuti. Bisogna solo recarsi all'imbocco dell'autostrada Napoli-Salerno o nelle traverse di via Ferrarsi e corso Lucci, o ancora a Ponticelli e nella zona del centro direzionale, per notare che la Campania è ancora ostaggio dei rifiuti.
E anche le proteste non sono affatto svanite: i comitati in difesa delle cave di Chiaiano e Marano, dove sono previste le nuove discariche, hanno annunciato un corteo di protesta in occasione della visita di Berlusconi. I manifestanti si riuniranno alle 14.30 presso la stazione della metropolitana di piazza Dante per dirigersi in corteo verso piazza Trieste e Trento dove formeranno un presidio nelle vicinanze del palazzo della Prefettura. È proprio nel palazzo della Prefettura che Berlusconi terrà i suoi incontri e la sua consueta conferenza stampa. I comitati in una nota promettono «prove tecniche di guerriglia urbana». Un'affermazione provocatoria, visto che i manifestanti indosseranno scolapasta come caschi e stelle filanti come oggetti contundenti.
Ma sin da mercoledì mattina le proteste si son fatte sentire e non solo per l'emergenza rifiuti: un corteo di disoccupati aderenti al coordinamento di lotta per il lavoro ha attraversando il centro di Napoli in contemporanea con la riunione operativa sull'emergenza rifiuti presieduta da Berlusconi in Prefettura.
Martedì sera intanto si è svolto un altro corteo di protesta che ha attraversato la città di Marano. In testa al corteo anche Mauro Bertini, l'ex sindaco della città limitrofa al capoluogo campano.
L'ex primo cittadino è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e per interruzione di pubblico servizio per aver cercato di bloccare alcuni mezzi dell'Esercito diretti alla cava del Poligono.
Infine da martedì sera brucia il sito di stoccaggio di ecoballe nei pressi del termovalorizzatore di Acerra. I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per domare l'incendio e al momento sono in corso accertamenti per indagare sull'eventuale origine dolosa.

Ultimi rifiuti a Ponticelli (Na), 30 settembre 2008: