Sarà ricostituita la zona di ripopolamento devastata anni fa.
**L'Unione Sarda - Giovedì 31 dicembre 2009**
“Ollastru Mannu” per anni è stato il polmone verde che ha garantito il rifornimento di selvaggina alle campagne del Cagliaritano. Via libera definitivo di Regione e Provincia alla zona di ripopolamento e cattura di “Ollastru Mannu”, devastata in passato dai bracconieri che, nei giorni in cui l'oasi era stata riaperta ai cacciatori, avevano ucciso migliaia di animali trasformando quelle campagne in un deserto.
Dopo varie petizioni presentate in questi anni dagli stessi cacciatori dei paesi del basso Campidano, ma soprattutto dopo l'impegno dei volontari dell'Ente produttori selvaggina che hanno presentato il progetto, nelle scorse settimane è arrivato anche il decreto che ricostituisce una delle aree protette di ripopolamento più vaste dell'Isola. L'area si estenderà tra Sestu, Ussana, Dolianova, Selargius, Settimo San Pietro e Serramanna per quasi duemila ettari consentendo a decine di specie di tornare a popolare le campagne.
«UN SUCCESSO». «Per noi è un grande successo - dice Pino Matta, presidente dell'Ente produttori selvaggina di Sestu, l'associazione che con i suoi volontari effettua anche vigilanza ambientale e anti bracconieri - i divieti di caccia saranno in vigore già dalla prossima stagione venatoria e l'area si estenderà sino a San Gemiliano e allo stagno salato verso Ussana. Abbiamo chiesto che venga divisa in due comparti: il primo da aprire dopo tre anni, l'altro dopo sei. Ora aspettiamo di capire cosa sarà deciso».
L'OASI. In ogni caso, per almeno tre anni i fucili dovranno restare confinati all'esterno dei 2 ettari di oasi. “Ollastru Mannu” (chiamata così dal nome sardo della zona in cui cadeva la maggior parte della sua estensione) per anni è stato il polmone verde che ha garantito il rifornimento di selvaggina alle campagne del Cagliaritano. Lepri e conigli selvatici, ma anche pernici e varie altre specie erano però scomparse quando, alla fine degli anni Novanta, nei mille ettari di oasi era stata nuovamente consentita la caccia.
LA STRAGE. «In tre giorni, con i bracconieri che sparavano anche la notte - ricordano gli stessi cacciatori - quelle campagne divennero un deserto. La zona protetta è indispensabile per consentire il ripopolamento. In queste zone è ormai difficile trovare selvaggina variegata, tanto che molti di noi si spostano in altre parti dell'Isola. Quando esisteva l'oasi di Ollastru Mannu, c'era chi arrivava da tutte le province per sparare attorno all'aerea protetta, tra le più ricche di tutta la regione». Ora si attende di conoscere il regolamento, ma a vigilare che la futura area resti realmente protetta saranno le guardie venatorie e i volontari dell'Ente produttori selvaggina.
FRANCESCO PINNA
“Ollastru Mannu” per anni è stato il polmone verde che ha garantito il rifornimento di selvaggina alle campagne del Cagliaritano. Via libera definitivo di Regione e Provincia alla zona di ripopolamento e cattura di “Ollastru Mannu”, devastata in passato dai bracconieri che, nei giorni in cui l'oasi era stata riaperta ai cacciatori, avevano ucciso migliaia di animali trasformando quelle campagne in un deserto.
Dopo varie petizioni presentate in questi anni dagli stessi cacciatori dei paesi del basso Campidano, ma soprattutto dopo l'impegno dei volontari dell'Ente produttori selvaggina che hanno presentato il progetto, nelle scorse settimane è arrivato anche il decreto che ricostituisce una delle aree protette di ripopolamento più vaste dell'Isola. L'area si estenderà tra Sestu, Ussana, Dolianova, Selargius, Settimo San Pietro e Serramanna per quasi duemila ettari consentendo a decine di specie di tornare a popolare le campagne.
«UN SUCCESSO». «Per noi è un grande successo - dice Pino Matta, presidente dell'Ente produttori selvaggina di Sestu, l'associazione che con i suoi volontari effettua anche vigilanza ambientale e anti bracconieri - i divieti di caccia saranno in vigore già dalla prossima stagione venatoria e l'area si estenderà sino a San Gemiliano e allo stagno salato verso Ussana. Abbiamo chiesto che venga divisa in due comparti: il primo da aprire dopo tre anni, l'altro dopo sei. Ora aspettiamo di capire cosa sarà deciso».
L'OASI. In ogni caso, per almeno tre anni i fucili dovranno restare confinati all'esterno dei 2 ettari di oasi. “Ollastru Mannu” (chiamata così dal nome sardo della zona in cui cadeva la maggior parte della sua estensione) per anni è stato il polmone verde che ha garantito il rifornimento di selvaggina alle campagne del Cagliaritano. Lepri e conigli selvatici, ma anche pernici e varie altre specie erano però scomparse quando, alla fine degli anni Novanta, nei mille ettari di oasi era stata nuovamente consentita la caccia.
LA STRAGE. «In tre giorni, con i bracconieri che sparavano anche la notte - ricordano gli stessi cacciatori - quelle campagne divennero un deserto. La zona protetta è indispensabile per consentire il ripopolamento. In queste zone è ormai difficile trovare selvaggina variegata, tanto che molti di noi si spostano in altre parti dell'Isola. Quando esisteva l'oasi di Ollastru Mannu, c'era chi arrivava da tutte le province per sparare attorno all'aerea protetta, tra le più ricche di tutta la regione». Ora si attende di conoscere il regolamento, ma a vigilare che la futura area resti realmente protetta saranno le guardie venatorie e i volontari dell'Ente produttori selvaggina.
FRANCESCO PINNA
1 commento:
Noooooooo non fatemi questo!!!!!!!! Cosa significa questo post ? Siete felici perchè tra bracconieri e cacciatori avete più stima per i cacciatori perchè loro rispettano le regole ?
Sarebbe come dire che Berlusconi è meglio di un mafioso perchè lui invece di andare contro le leggi se le crea su misura ...
Uccidere gli animali è una cattiveria in assoluto, non esiste un fine che giustifichi una tale azione (eccetto che la fame del Terzo mondo). Esiste un'infinità di alimenti tra cui scegliere per vivere in salute, e mangiare la carne è solo una questione di gusto (o di gola), e la caccia è un passatempo davvero poco edificante.
Io non voglio generalizzare, c'è chi è stato cresciuto col culto della caccia e gli sembra naturale uccidere quello che lui ritiene un essere inferiore solo perchè lo ha sempre visto fare, e questi in un certo senso li capisco, solo che secondo me dovrebbero emanciparsi. Poi ci sono quelli che vogliono mangiare "roba" genuina, e quelli che provano una grande soddisfazione nel misurarsi con (o forse dovrei dire contro) la natura, per risvegliare i loro sopiti istinti primitivi... etc. etc.
In ogni caso chi ci và di mezzo sono gli animali, esseri come dice il nome appunto, che hanno un'anima, non so se avete presente, quella cosa che dà forma, completezza e senso ad un corpo fisico, indipendentemente dal suo grado di evoluzione ( per le persone dovremmo parlare di Spirito, ma lasciamo stare...) che ne abita e nutre il mondo interiore elaborando le esperienze corporee che la realtà esterna offre, e che ci permette di provare gioia o dolore anche solo al ricordo di un'esperienza passata. Immaginate il terrore di un animale che viene cacciato, quale paura possa provare nel capire che la sua vita è giunta alla fine in modo violento e non "naturale", immaginate una mamma lepre che ha lasciato i piccoli nella tana, e che capisce che neanche loro sopravvivranno senza di lei. E' comodo considerare gli animali essere inferiori e indegni sotto tutti i punti di vista, perchè così perdono automaticamente ogni diritto.
Io spero che i cacciatori ed i carnivori che leggeranno questo commento non lo prendano come un insulto, ma come un invito a mettere in discussione un modo di vivere che mina il diritto alla vita degli altri abitanti del nostro pianeta, e spero che abbiano l'onestà di riconoscere che uccidere gli animali per cibarsene o per divertimento è un puro atto di egoismo da parte di chi non vuole rinunciare ad un divertimento o ad una pietanza di loro gusto.
Ciao,
Matilde
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