La Coldiretti, l’associazione che rappresenta il 70% dei lavoratori dei campi sardi, non prenderà parte oggi alla «Giornata dell’agricoltura», organizzata dalla Regione Sardegna. La decisione viene da lontano ma è stata messa per iscritto ieri in una lettera aperta al governatore Ugo Cappellacci, e firmata dal presidente e dal direttore della Coldiretti, Marco Scalas e Luca Saba.
Tre cartelle amare sui problemi del comparto e addirittura cupa: «Chi lavora in campagna è allarmato dalla crisi e soprattutto sa di non poter nutrire speranza nel futuro», si legge nella lettera. Ieri a Badde Salighes, nelle campagne di Bolotana, si è parlato «di agricoltura multifunzionale» per l’organizzazione dell’assessorato all’Agricoltura. Un’occasione per parlare di rilancio e una festa campestre per chi vi parteciperà.
Coldiretti non ci sta: «Riteniamo di non partecipare e non sostenere la Giornata dell’Agricoltura di cui non si conoscono né i contenuti, né gli scopi». Ma i richiami della Coldiretti all’assessore Prato e alla giunta erano precedenti alla decisione di non partecipare all’evento di ieri. Che cosa è accaduto nel rapporto tra Regione e la maggiore organizzazione degli agricoltori (per il numero di iscritti)?
Spiega il direttore Luca Saba: «Noi chiediamo che sia garantita l’operatività dei principali settori che necessitano di un indirizzo nella programmazione strategica di un piano di sviluppo. Sinora abbiamo visto solo fughe in avanti su argomenti che saranno pure importanti ma non sfiorano la programmazione. Vogliamo capire se la Regione intende investire nel futuro sapendo che ci sarà un aumento di popolazione e, di contro, una diminuzione delle superfici coltivate». L’accusa alle istituzione è quindi di essere troppo lontane dai problemi reali del mondo dei campi ma anche di aver «tradito» il principio della concertazione: «È una concertazione falsa o siamo noi che non la stiamo capendo»? chiede Luca Saba. Un esempio è anche la Giornata dell’Agricoltura: «Ci hanno chiesto di partecipare alla Giornata dell’agricoltura qualche giorno prima. Ma di partecipare a che cosa se non c’era nemmeno un programma»?
Qualcosa si è mosso per far arrivare alle aziende un po’ di liquidità ma, a giudizio degli agricoltori, si trattava di risorse, peraltro dovute, che ritardavano da circa un anno. Importante ma tra crisi settoriali e i danni delle calamità naturali, l’agricoltura sarda ha bisogno di programmare un futuro e smettere di vivere alla giornata; dal settore ovino che occupa decine di migliaia di persone, ai produttori di olio d’oliva, agli allevatori. La crisi più grave è, in definitiva, quella delle prospettive: «Abbiamo la necessità di rispondere alle nostre imprese», scrivono Scalas e Saba a Cappellacci, «perché se le crisi si possono superare, l’assenza di un futuro diventa uno spettro che induce gli imprenditori a cambiare settore». La lettera aperta -precisano i vertici della Coldiretti- non rappresenta nè uno strappo né una rottura con la giunta Cappellacci: «Saremo sempre costruttivi». Ma ai problemi davvero impellenti, dice Saba, «non si può rispondere con proclami e avvenimenti che servono a dimostrare che c’è interesse per l’agricoltura. A parole».
Qualcosa si è mosso per far arrivare alle aziende un po’ di liquidità ma, a giudizio degli agricoltori, si trattava di risorse, peraltro dovute, che ritardavano da circa un anno. Importante ma tra crisi settoriali e i danni delle calamità naturali, l’agricoltura sarda ha bisogno di programmare un futuro e smettere di vivere alla giornata; dal settore ovino che occupa decine di migliaia di persone, ai produttori di olio d’oliva, agli allevatori. La crisi più grave è, in definitiva, quella delle prospettive: «Abbiamo la necessità di rispondere alle nostre imprese», scrivono Scalas e Saba a Cappellacci, «perché se le crisi si possono superare, l’assenza di un futuro diventa uno spettro che induce gli imprenditori a cambiare settore». La lettera aperta -precisano i vertici della Coldiretti- non rappresenta nè uno strappo né una rottura con la giunta Cappellacci: «Saremo sempre costruttivi». Ma ai problemi davvero impellenti, dice Saba, «non si può rispondere con proclami e avvenimenti che servono a dimostrare che c’è interesse per l’agricoltura. A parole».
1 commento:
tra l'altro dal 1 giugno hanno diminuito il prezzo del latte di 7 centesimi a litro!! peggiorando lo stato di crisi della zootecnia isolana
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